Storia e microstoria del popolo ebraico, con uno sguardo al presente

Libri

1943, Il Gran Muftī di Gerusalemme passa in rassegna le SS bosniache musulmane

 

di Michael Soncin

Giovedì 28 ottobre al Teatro Franco Parenti di Milano è stato presentato il libro di Emanuele Calò, “La questione ebraica nella società postmoderna”, un volume enciclopedico, frutto di una ricerca che  si addentra nei minimi dettagli, dove l’autore descrive le vicende più conosciute (e anche quelle meno affrontate), che hanno interessato gli ebrei lungo i secoli.

 

Considerati i recenti terribili avvenimenti del massacro in Israele del 7 ottobre, la conferenza ha ovviamente affrontato i temi in riferimento a quanto sta avvenendo ora non solo in Israele, ma anche nel mondo, viste le terribili ondate di antisemitismo.

 

E proprio per questo odio antiebraico che è riemerso (o forse sarebbe meglio dire che non è mai sparito, perché era solo lì, in attesa di un appiglio), Andrée Ruth Shammah nel suo discorso di apertura, ha chiaramente affermato che: «Non dobbiamo sottostare al gioco del terrorismo, e per questo noi siamo cui oggi a parlare. Siamo dei soldati dell’arte, perciò facciamo la nostra parte, difendendo le mille qualità che ha Israele».

 

«Questo libro cerca le radici. È molto difficile continuare ad essere nel presente ‘qui’, la testa non è sgombra, molti di noi sono in un presente ‘là’, perché quel giorno non si riesce ancora a comprendere, a raccontare. Mi raccomando. Non lasciateci soli!».

 

Dalle infami bolle papali all’antisionismo

«Presentare questo libro oggi è anche un modo per manifestare la nostra vicinanza a Israele, ferito e aggredito dal fondamentalismo islamista. È un libro straordinario, una grande antologia di 500 pagine e di 1400 note a piè di pagina. Interessante è il sottotitolo Un itinerario fra storia e microstoria, perché qui dentro si riscoprono una serie di piccole storie che è importante conoscere e segnalare». Ad affermarlo nel suo discorso di introduzione è stato Alessandro Litta Modignani, presidente della Associazione Milanese Pro Israele (A.M.P.I.).

Ci sono tre elementi, tra i tanti, contenuti nel saggio, sui cui Modignani si è successivamente concentrato. Il primo riguarda l’antigiudaismo cristiano, che ha oppresso la vita degli ebrei per molti secoli, documentato dalle orrende bolle papali, come quella di Paolo IV del 1555 e quella di Pio VI del 1775, che lo stesso autore definisce la pagina più nera della storia dell’umanità. “Qualunque altra stirpe in tali condizioni sarebbe scomparsa, incapace di sopportare un disprezzo così profondo, ma gli ebrei ne furono capaci e si conservarono indistruttibili nel centro stesso del cattolicesimo”, scrive Calò. Uno dei tanti episodi, che dimostrano, come dice Modignani: «La grande capacità del popolo ebraico di resistere, sopravvivere e rigenerarsi nel corso della sua storia».

L’altro punto concerne la vergognosa Conferenza di Evian, che ha avuto luogo nel luglio del 1938, quando il Presidente degli Stati Uniti  Franklin Roosevelt convoca numerosi stati da tutto il mondo per trovare una soluzione per gli ebrei tedeschi e austriaci in fuga da Hitler. Una conferenza ignobile, una scarica barile tra Stati, ognuno cercava una scusa, America inclusa, per le migliaia e migliaia di ebrei in fuga dai rastrellamenti nazisti.

A pagina 258, Modignani, pone l’attenzione sulla nota 708: “È certamente curioso che Hitler, pur avendo avuto la prova inoppugnabile del disinteresse mondiale per gli ebrei, abbia continuato a credere fino, alla fine dei suoi giorni, che gli ebrei controllassero il mondo”. «Questo libro va letto anche attraverso le note, ed ho voluto porre l’attenzione su di essa perché è di estrema attualità, perché è un’osservazione beffarda e amara. Ci chiama in causa anche oggi per la grande irrazionalità dell’antisemitismo. È sufficiente leggere le informazioni riportate sui giornali. Tutto ciò riguarda anche la cronaca di questi giorni, in cui affiora la medesima irragionevolezza del pregiudizio antisemita».

L’elemento finale riguarda l’ONU, il mondo di oggi, con l’antisionismo che non è altro che «il volto nuovo di un odio antico. L’ONU ha conferito nel maggio scorso alla Repubblica Islamica dell’Iran la Presidenza del Consiglio per i Diritti Umani. Nel 2022 in Iran ci sono state 333 esecuzioni capitali, nel 2023 sono passate a 582. È di gran lunga il paese, in rapporto alla popolazione, che più applica la pena di morte al mondo. È vergognoso, ed è scandaloso che tanta parte della sinistra italiana ed europea, del movimento femminista, del movimento Lgbt, dell’opinione pubblica, si schieri dalla parte di Hamas, quando sanno notoriamente che è sponsorizzato dall’Iran. È uno scandalo».

 

 

Palestina e antisemitismo

 «Le forme di antiebraismo sono qui analizzate da una prospettiva singola. Le note ci forniscono una visione perfetta degli avvenimenti storici, di come sono avvenuti e poi scritti. Lo considero un contributo fondamentale. Ormai tutto viene interpretato, qui invece, non viene dato spazio all’interpretazione. Calò racconta i fatti, quelli veri». Questo è quanto ha pronunciato durante il suo intervento Claudia Fellus, membro della Comunità Ebraica di Roma, Presidente del Consiglio Europeo delle Comunità Ebraiche.

Fellus, successivamente, si è soffermata sul capitolo finale Israele, Palestina e antisemitismo, portando l’attenzione al 7 ottobre 2023. «Il 7 ottobre è uno spartiacque. È un momento in cui ognuno si è confrontato con se stesso. Io sono ebrea, sono scappata dalla Libia nel 1967 per un Pogrom antiebraico, ma le mie aspettative sono che il confronto, non può essere solo ebraico, ma di civiltà, umano. Non è concepibile ai giorni nostri che il nemico venga fatto a pezzi, bruciato, stuprato. Abbiamo superato il Medioevo da secoli ormai, ed è angosciante vedere come si stanno comportando tanti occidentali, in Europa e ancora peggio in America, soprattutto nella università».

Fellus cita le origini del Sionismo, la dichiarazione Balfour e ricorda la dimenticata alleanza del Gran Mufti con Hitler e con Mussolini e della richiesta della soluzione finale. «La cosa più stupefacente per me è il vedere che il problema per molti non era il 1967, non era l’occupazione dei territori durante la guerra dei 6 giorni, ma il 1948. Ancora oggi l’accettazione dell’esistenza dello Stato di Israele non esiste (tranne per i paesi arabi con cui Israele ha stretto un accordo di pace), non esiste nemmeno per una parte della popolazione araba israeliana, che ancora oggi pensa che prima o poi ci sarà la Palestina. Io sono nata in un paese arabo e so in quali condizioni si vive. Non si può pensare ad un Medio Oriente senza Israele».

 

 

“Il mio libro è una corsa alla verità”

 «Una delle motivazioni che mi ha spinto a scrivere questo libro è stato il voler spiegare le differenti dinamiche interne all’ebraismo, perché come sappiamo il mondo ebraico è composto da molte facce. Ho voluto parlare non solo dei diversi tipi di sionismo, ma anche del Movimento del Bund».

Il suo libro, come lui stesso afferma: «È una corsa alla verità. Essendo stato abbastanza attivo nel combattere la disinformazione contro gli ebrei in Israele, ho visto che c’è un meccanismo vecchissimo per il quale si prende un aneddoto da un caso singolo, lo si generalizza e con questo si riesce a demonizzare tutti. Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a trattare il sionismo di Theodor Herzl, e la diffamazione verso coloro che dicevano che era anti-arabo, non era vero.

 

Calò, giurista, attualmente è Direttore dell’Osservatorio Enzo Sereni, sostiene che l’antisemitismo sia è un fatto episodico, ma che faccia parte di un sistema culturale. Dal passato cita infatti Jules Isaac, lo storico ebreo francese, che aveva individuato nel modo di essere del cattolicesimo, nelle sue espressioni, dell’antisemitismo, che poi avrebbe contagiato quella parte di mondo che ha perseguitato gli ebrei.

Tornando anche lui al 7 ottobre ricorda che i primi bersagli di Hamas sono stati i kibbutzim e che «nessuno nella sinistra ha avuto l’intelligenza o un minimo di cultura, più che sensibilità, di difendere l’unico progetto comunista al mondo che ha funzionato».

 

 

Emanuele Calò, La questione ebraica nella società postmoderna – Un itinerario fra storia e microstoria, Edizione Scientifiche Italiane, pp. 502, euro 60,00