Walter Veltroni e Sami Modiano

“La storia di Sami Modiano per insegnare ai ragazzi che all’odio si può reagire con l’amore”

Libri

di Anna Lesnevskaya
Grazie alla penna di Walter Veltroni la testimonianza che Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah in Italia, porta da più di 15 anni nelle scuole, è diventata un libro che racconta quell’orrore ai ragazzi attraverso gli occhi di un loro coetaneo. Si chiama Tana libera tutti (Feltrinelli Editore, 2021) perché, come ha spiegato l’autore stesso, “ho immaginato che fosse possibile a un bambino ad Auschwitz trovare un luogo toccando il quale si aprissero le porte di quell’inferno e tutti potessero uscire”.

Raccontare questa storia è stato “un privilegio”, ha detto Veltroni durante l’intervista al protagonista del suo libro, Sami Modiano, appuntamento organizzato nel Giorno della Memoria dall’Associazione Figli della Shoah in collaborazione con il Conservatorio di Milano, Feltrinelli Editore e Il Sole 24 Ore e trasmesso sul sito del quotidiano. (L’intervista rimarrà disponibile sulla pagina online dedicata alla Giornata).

Ad accompagnare il dialogo sono state le musiche eseguite dagli studenti del Conservatorio Giuseppe Verdi e composte da Ennio Morricone per il film Senza destino, tratto dal libro Essere senza destino di Imre Kertész, che narra la storia di Gyurka, adolescente, proprio come Sami, sopravvissuto alle barbarie della Shoah.

La storia di Sami è “una storia di un uomo che avrebbe molti ragioni per odiare gli altri e la vita, ma che invece è la persone più dolce, più gentile, più accogliente che mi sia capitato di incontrare”, ha confessato Veltroni. Sami, nato nel 1930 a Rodi, “la città delle rose”, all’epoca una colonia italiana, era un bambino felice, finché una mattina di ottobre del 1938 non gli crollò il mondo addosso quando, in seguito alle leggi razziali di Mussolini, fu espulso dalla terza elementare perché ebreo. Allora da un bambino “che guardava al futuro” si sentì trasformato in “un rifiuto da rimuovere”.

Dopo il rastrellamento degli ebrei di Rodi il 18 luglio 1944, Sami, appena compiuto 14 anni, fu caricato dai nazisti con il papà Jakob e la sorella diciasettenne Lucia sui battelli cargo per il bestiame, destinazione il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Di quelle 1767 persone che partirono da Rodi sarebbero tornati solo in 163. Nel lager Sami perse la sorella e poi il padre, ma forte delle ultime parole di suo papà “Tieni duro, Sami! Tu ce la devi fare!”, resistette miracolosamente fino alla liberazione del campo dai russi il 27 gennaio del 1945.

Per tanti anni Sami si è rifiutato di raccontare la sua esperienza, “perché gli orrori di Auschwitz-Birkenau sono così terribili, che pensavo non ci avrebbero creduto”. In questi decenni non l’ha mai lasciato il senso di colpa e la domanda: “Perché io sono sopravvissuto e gli altri no?”. Sami Modiano ha trovato la risposta a quella domanda martellante negli occhi pieni di lacrime dei ragazzi dei licei di Roma che l’hanno ascoltato nel 2005 durante il suo primo viaggio ad Auschwitz dopo 60 anni dalla liberazione, nel quale era accompagnato anche dall’allora sindaco di Roma Walter Veltroni e da un altro sopravvissuto, Piero Terracina. Questi fu l’amico e “il fratello” di Sami nel lager con cui si sarebbero ritrovati tanti anni dopo.

“Da questo momento ho giurato di fare in modo che il mondo sappia quello che è successo qui”, ha raccontato Sami, intervistato da Walter Veltroni. Dopo aver capito la sua missione, Sami Modiano, ora novantenne, si sente “felice e tranquillo, perché dalla parte dei ragazzi c’è un riscontro molto positivo”. Quando la testimonianza diretta non sarà più possibile, toccherà ai giovani: “I ragazzi per me sono la speranza del domani, quando noi non ci saremo ci saranno loro che faranno la loro parte”.

La testimonianza di Sami, il suo “grandissimo dono di generosità a tutti noi”, come anche quelle di altri sopravvissuti, “è il modo migliore per raccontare all’umanità i suo errori, i momenti nei quali ci si perde e la vita umana diventa un niente”, ha detto l’autore di Tana libera tutti. “I ragazzi che leggeranno questo libro, penseranno che uno della loro età ha vissuti quello che in questo libro è raccontato e, guardando Sami, capiranno che all’odio si può reagire non con l’odio, ma con l’amore, con la generosità, con l’apertura agli altri”, ha concluso Walter Veltroni.