La storia vera di Lilli e Liselotte, due “migliori amiche” compagne di scuola a Fiume

Libri

di Esterina Dana

Questa è la storia vera di Lilli e Liselotte, due “migliori amiche” compagne di scuola a Fiume, e di una palazzina abitata da gente per bene alla periferia di Mantova in via Gorizia 6. Nel 1943 Liselotte, ovvero Luisa Ungar Rampi, abita lì con il marito Francesco e la figlioletta; la città è occupata dalle truppe tedesche. Lilli Gizelt sposata Frankl, ebrea, vive ancora con la famiglia nella città croata, ma la vita diventa impossibile a causa della persecuzione antiebraica nazista, soprattutto da quando è di stanza il generale delle SS Odilo Globocnick, artefice, su ordine di Himmler, della progettazione, costruzione e gestione dei campi di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka.

 

La lontananza delle due donne, però, non attenua il loro rapporto, tanto che Luisa, per consentire ai Gizelt di scampare alla deportazione, in accordo con il marito Robert, propone all’amica uno scambio di identità, seppur pericoloso per entrambe. A loro offre non solo il suo appartamento in via Gorizia 6, ma anche i documenti che da quel momento li qualificheranno come Rampi, le carte annonarie per procurarsi il cibo e la complicità dei condomini. Lei, il marito in guerra, fa ritorno dalla madre a Fiume.

I Gizelt-Frankl possono vivere così una quotidianità protetta dalla solidarietà e dal silenzio dei vicini di casa, grazie ai quali riescono ad evitare i rischi sempre in agguato di delazione, arresto e deportazione e, alla fine della guerra, tornare nei pressi di Fiume e poi a Merano.
Luisa, rientrata a Mantova, e Lilli mantengono contatti stretti anche nel difficile periodo del dopoguerra. La loro è, infatti, una storia di amicizia che va oltre la gratitudine, così come la solidarietà degli abitanti di Via Gorizia 6 va oltre il solo supporto di una finzione. È una storia semplice di famiglie fasciste (sic) che non riescono a rimanere indifferenti davanti alle disumane ingiustizie del fascismo e che agiscono per il bene in modo disinteressato. I protagonisti non l’hanno mai raccontata in città perché, per essere uomini e donne nel modo “giusto”, aiutare gli altri era un fatto normale ed era impensabile non soccorrere chi aveva bisogno. Oggi i loro nomi figurano nella Foresta dei Giusti di Gariwo.

Il libro di Frediano Sessi, misto di cronaca e memoria e supportato da un lavoro di ricerca negli Archivi storici e nelle biblioteche, è adatto a ragazzi a partire dai 12 anni. I suoi principali pregi consistono nel mostrare che l’altruismo è una delle virtù quotidiane; che i giusti sono persone comuni e vanno ricordati per insegnarci ad essere umani; che piccole storie, come quelle dei Gizelt-Frankl e dei Rampi, offrono un modo di leggere la grande Storia alternativo al consueto perché, come dice Manzoni nei Promessi sposi, le loro vicende “capitorno a gente meccaniche e di piccol affare” in essa strettamente intrecciate e assumono quindi un valore universale.

 

Frediano Sessi, Sotto falso nome, Einaudi Ragazzi, 2022, pp. 128, euro 12.