di Anna Balestrieri
I sopravvissuti ed i figli, i nipoti delle vittime della Shoah hanno iniziato a ritornare alle “terre di sangue” dello sterminio nazista a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, dopo la fine dei regimi comunisti e dell’Unione Sovietica.
Ritorni alla ricerca dei luoghi dell’Europa orientale, Polonia, Ucraina, paesi baltici, dove le comunità ebraiche avevano vissuto, per onorare la memoria degli uccisi, per ritrovare o scoprire le tracce del passato scomparso, in quelli che sono rimasti grandi cimiteri dell’ebraismo.
Da qui un filone letterario (Daniel Mendelsohn, Jonathan Safran Foer) e cinematografico ( documentari come “Tre minuti” di Bianca Stigter, film come Hometown: la strada dei ricordi di Roman Polansky e Ryszard Horowitz o il recente “ A real pain” di Jesse Eisenberg).
Il ruolo, le vicende di chi viveva a fianco degli ebrei, una convivenza di secoli, sono narrati per lo più restringendo l’attenzione agli anni della guerra e dello sterminio, con i noti fenomeni di collaborazionismo, avida appropriazione degli averi delle vittime, compiacimento o indifferenza. Con le rare eccezioni dei “Giusti” che, a rischio della vita, salvarono alcuni vicini ebrei.
Insieme e divisi in Brzezany ha un approccio diverso. L’autore, Shimon Redlich, è nato in questa cittadina della Galizia orientale, in territorio allora polacco, oggi ucraino, da una famiglia di media borghesia ebraica. Aveva sei anni all’inizio della guerra ed è sopravvissuto allo sterminio della sua comunità, compreso il padre e l’amato nonno, venendo nascosto e sfamato assieme alla madre prima da un polacco, Karol, poi da Tanja, una contadina ucraina, fino all’arrivo dell’Armata rossa. Redlich emigrò in Israele nel 1950 ed è divenuto uno storico dell’ebraismo orientale, insegnante alla Ben Gurion University. Trentasette anni dopo, nel 1987, Redlich ritornò per la prima volta in Polonia ed incontrò Karol il suo salvatore. Negli anni successivi, dopo la fine dell’Unione Sovietica, i viaggi divennero più facili e potè visitare la Brzezany della sua infanzia e abbracciare Tanja.
Ne nacque l’impegno, quasi un obbligo morale, di ricostruire la propria autobiografia assieme alla vicenda della sua città e delle comunità che la abitavano durante la prima metà del Novecento, con gli strumenti propri dello storico, le fonti documentarie e le interviste.
Lo sguardo si rivolge quindi alla Polonia indipendente dopo la prima guerra mondiale, alla Galizia orientale, già terra asburgica con le sue città prevalentemente abitate da polacchi ed ebrei e le campagne ucraine e polacche. Con un focus ravvicinato alla sua Brzezany dove la vita scorreva senza eccessive tensioni nel ventennio prebellico. Egemonia culturale e politica polacca, movimenti sionisti ebraici, formazioni indipendentiste ucraine convivevano in una varietà multiculturale erede della tradizione di relativa tolleranza del periodo asburgico e dove l’antisemitismo dei nazionalisti polacchi era meno acceso. Rapporti di lavoro e di professione, amicizie scolastiche e sportive, amori . Comunità divise ma non così impermeabili le une verso le altre.
La guerra con l’occupazione sovietica e poi quella nazista sconvolge la vita della città, isolando ciascuna etnia e privilegiando o perseguitando ciascuna in modi e tempi diversi.
Redlich ha condotto interviste a testimoni di quel tempo ebrei, polacchi ed ucraini a Brzezany, in Israele, in Polonia, in Inghilterra ricostruendo storie, vissuti, prospettive differenti e raramente condivise. Con l’annientamento degli ebrei, l’espulsione a occidente dei polacchi verso le terre tolte alla Germania, la guerra dei sovietici ai nazionalisti ucraini, ha avuto fine la Brzezany multietnica.
Rednick ci fa rivivere le voci e le storie della sua città in un coinvolgente racconto arricchito da una estesa documentazione fotografica. Memorie e prospettive distinte di comunità che hanno condiviso vicinanza e relazioni, non solo ostilità e tragedie.
Karol e Tanja sono stati riconosciuti come Giusti da Yad Vashem.
Shimon Redlich, “ Together and apart in Brzezany. Poles, jews and Ukrainans 1919-1945”, Indiana University Press, 2002. 202 pp., $ 29,95.