di Anna Balestrieri
Domenica 12 gennaio alle ore 17.00 si è tenuto un interessante incontro intitolato Tra il 1918 e il 1925, prima della Shoah: La distruzione delle comunità ebraiche in Ucraina e dintorni. L’evento ha visto come protagonista Simone Attilio Bellezza, saggista e docente universitario italiano, introdotto dal professore e semiologo Ugo Volli.
Simone Attilio Bellezza, attualmente professore aggiunto di Didattica della Storia Contemporanea presso l’Università di Trento e di Storia dell’Europa orientale presso l’Università del Piemonte Orientale, ha offerto al pubblico una panoramica storica estremamente ricca. Specialista della storia del movimento nazionale ucraino e del processo di transizione post-sovietica dell’Ucraina, Bellezza è autore di numerosi testi accademici, tra cui Il tridente e la svastica (2010), Ucraina. Insorgere per la Democrazia (2014) e Il destino dell’Ucraina. Il futuro dell’Europa (2022). La sua analisi si è rivelata cruciale per comprendere i drammatici eventi che hanno colpito le comunità ebraiche in Ucraina durante il primo dopoguerra.
Ugo Volli ha introdotto il tema richiamando alcune sue fonti di ispirazione, tra cui il romanzo Fratelli Ashkenazi di Israel Singer, che descrive il pogrom di Leopoli del novembre 1918. Volli ha sottolineato come l’ebraismo ucraino rappresenti un elemento cardine della storia ebraica europea, dato che la cosiddetta “zona di residenza” degli ebrei nell’Impero russo coincideva in gran parte con l’attuale Ucraina e regioni limitrofe. Volli ha ricordato che questa terra è stata patria di figure chiave della tradizione ebraica, dal Baal Shem Tov, a Lubavitch, da Golda Meir a Vladimir Jabotinsky e Lev Trotsky.
Un aspetto centrale del discorso di Volli è stato il legame tra la storia degli ebrei e quella degli ucraini, spesso segnata da tensioni e violenze. Volli ha evocato la figura di Bohdan Chmelnytsky, leader della rivolta cosacca contro i polacchi nel XVII secolo, la cui memoria storica è spesso associata ad episodi di violenze antisemite. Ha poi evidenziato come, già sotto Alessandro III, si siano verificati devastanti pogrom contro le comunità ebraiche, un fenomeno che raggiunge un culmine drammatico nel periodo immediatamente successivo alla Prima guerra mondiale. Tra il 1918 e il 1925, infatti, l’Ucraina fu teatro di una terribile sequenza di pogrom perpetrati da polacchi, tedeschi, russi bianchi e bande armate locali, con una stima di centinaia di migliaia di vittime.
Volli ha infine collegato questa tragica eredità alla Shoah, in particolare alla cosiddetta “Shoah delle pallottole”, avvenuta nella stessa regione. Ha descritto come le SS naziste, con la collaborazione di forze locali in Ucraina, Lituania ed Estonia, rastrellarono e sterminarono intere comunità ebraiche, spesso costringendo le vittime a scavare le proprie fosse. Tra gli episodi più noti vi è il massacro di Babij Jar.
Nel suo intervento, Simone Attilio Bellezza ha messo in evidenza l’ironia della storia: nonostante la lunga tradizione di violenze antisemite in Ucraina, l’attuale presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è di origine ebraica. Pur dichiarandosi esperto di storia ucraina piuttosto che ebraica, Bellezza ha mostrato come le due narrazioni storiche si intreccino, offrendo un quadro complesso ma fondamentale per comprendere le radici del presente.
L’evento è stato un’occasione unica per esplorare le dinamiche storiche che hanno segnato la distruzione delle comunità ebraiche in Ucraina e dintorni, mettendo in luce i legami tra il passato e le tensioni politiche e culturali odierne. Grazie agli interventi di Volli e Bellezza, il pubblico ha potuto riflettere sulla necessità di studiare queste vicende non solo per onorare la memoria delle vittime, ma anche per capire meglio le sfide del nostro tempo.
(Foto: Ebrei davanti alla mensa della JDC a Zaporizhzhya (allora Impero russo) nel 1921. Fonte: Jdc)