di Anna Balestrieri
La conferenza “Dal Klezmer allo Yiddish Swing: la versione americana del Klezmer e la sua rapida espansione negli Stati Uniti“, organizzata da Kesher il 16 febbraio 2025, ha offerto un’immersione affascinante e istruttiva nel mondo della musica ebraica, intrecciando storia, cultura e sonorità in modo magistrale.
I partecipanti
L’evento, svoltosi su Zoom (per visualizzare la registrazione completa cliccare qui), ha visto la partecipazione di due esperti d’eccezione: il musicologo Gianni Gualberto Morelenbaum e il giornalista musicale Roberto Zadik. Già noti per la loro conferenza del 27 ottobre sul Jazz ebraico americano, i due studiosi hanno nuovamente incantato il pubblico, guidandolo attraverso il viaggio musicale del Klezmer, dalle sue origini chassidiche nell’Europa orientale fino alla sua trasformazione nello Yiddish Swing americano.
Introdotti dall’Assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Milano, Sara Modena, e dall’organizzatrice Paola Hazan Boccia, i relatori hanno saputo creare un dialogo vivace e coinvolgente. Zadik ha offerto un’introduzione esaustiva sul significato del termine “Klezmer” e sulla sua evoluzione, sottolineando il ruolo fondamentale del clarinetto e del violino nel ricreare le emozioni umane, dal lamento alla gioia, attraverso melodie cariche di storia e spiritualità.
I momenti salienti
Un momento particolarmente toccante è stato il racconto della rinascita del Klezmer dopo la Shoah. Se inizialmente il genere sembrava destinato all’oblio, l’emigrazione verso l’America e l’incontro con il Jazz negli anni Trenta hanno dato nuova linfa a questa tradizione musicale. Musicisti del calibro di Benny Goodman e Artie Shaw hanno contribuito a fondere le radici ashkenazite con le atmosfere più spensierate del Nuovo Mondo, creando un ponte sonoro tra Est e Ovest.
Gianni Gualberto Morelenbaum ha poi approfondito il fenomeno della “Radical Jewish Music” degli anni Ottanta e Novanta, un movimento di riappropriazione culturale che ha riportato il Klezmer sotto i riflettori internazionali. Attraverso aneddoti e riferimenti a figure di spicco come Frank London e gruppi iconici come i Klezmatics, il pubblico ha potuto comprendere la vitalità contemporanea di questa musica, capace di risuonare ben oltre i confini della tradizione.
Le reazioni del pubblico
La conferenza si è conclusa con un vivace scambio di domande e risposte, a testimonianza del grande interesse suscitato. L’evento ha rappresentato non solo un’occasione di approfondimento musicale, ma anche un viaggio emozionante nella memoria collettiva e nelle contaminazioni culturali che rendono il Klezmer una forma d’arte senza tempo.
In sintesi, Kesher ha offerto un appuntamento imperdibile, capace di toccare le corde dell’anima attraverso la potenza evocativa della musica e la sapienza dei suoi interpreti.