Il pianista Yonathan Avishai

Jazz israeliano? Il live del favoloso pianista Yonathan Avishai incanta il Franco Parenti

Eventi

di Redazione
Nello scintillante e purtroppo poco conosciuto panorama musicale israeliano, c’è spazio per tutti i generi musicali, dal pop, alla classica, a un coinvolgente mix di jazz statunitense e ritmi che vengono da lontano, da Cuba al Brasile. Questa è stata la fusione di generi che domenica 23 febbraio ha intrattenuto il pubblico del Teatro Franco Parenti con il concerto del bravissimo pianista jazz israeliano 43enne Yonathan Avishai esibitosi all’interno della manifestazione Pianisti di altri mondi-Dal Jazz alle sonorità contemporanee in un alternarsi di brevi ed efficaci discorsi e di esecuzioni musicali.

Introdotto brillantemente dall’ideatore dell’iniziativa, il critico musicale Gianni Morelembaum Gualberto famoso per il suo  lavoro ventennale come direttore artistico di Aperitivo in concerto presso il Teatro Manzoni e dal giornalista e presentatore Roberto Zadik, attualmente impegnato nella diffusione e nella promozione della musica israeliana e autore del volume Isramix (Proedi 2018) il concerto è stato un esempio di jazz israeliano di alto livello.

Cominciata lo scorso 19 gennaio, la kermesse realizzata dalla Società del Quartetto di Milano e dall’Associazione Pierlombardo è suddivisa in 11 tappe e fino al 22 maggio porterà sul palco del “Parenti” musicisti provenienti da varie parti del mondo che, ognuno alla sua maniera, eseguirà brani al pianoforte, riadattando lo strumento alle tradizioni del loro Paese d’origine. In tema di musica israeliana, nel suo intervento iniziale,  Zadik, chiamato sul palco da Morelembaum, ha reso omaggio ai 20 anni dalla scomparsa proprio il 23 febbraio, della grande cantante Ofra Haza “la star israeliana più famosa all’estero, capace di riunire influenze orientali delle sue origini yemenite con il pop angloamericano della fine degli anni 80’ e scomparsa a soli 42 anni stroncata dall’Aids”.

Riguardo al pianista Avishai, egli ha ricordato poi “la capacità di questi giovani jazzisti israeliani, il talento di questo esecutore che – amico di geni musicali come il bassista Omer Avital, il sassofonista ortodosso Daniel Zamir, o il trombettista Avishai Cohen – coniuga dentro la sua arte il jazz americano di Chick Corea e John Coltrane e i suoni del suo Paese che si dimostra pieno di sorprese”.

Successivamente è stata la volta della performance dell’artista nato a Tel Aviv nel 1977, da padre yemenita e madre polacca e già  molto conosciuto e apprezzato in Francia dove da tempo risiede. Questo nonostante gli allarmi del Coronavirus di questi giorni sui quali Morelembaum scherzando con la sua consueta verve ha detto “siamo qui con i sopravvissuti”.

Nella performance, un susseguirsi di brani a metà fra  jazz e le sonorità brasiliane e cubane, ritmate suite del compositore statunitense Scott Joplin scomparso a soli 49 anni e famoso internazionalmente per il la colonna sonora del film La stangata con Paul Newman e Robert Redford e composizioni personali di Avishai come la bellissima Starting from tomorrow (Partendo da domani) che ha chiuso fra scrosci di applausi la sua esibizione. Non solo musica ma anche discorsi, del.musicista che ha espresso la sua contentezza di esibirsi in Italia e le sue passioni per la musica sudamericana e per l’opera oltre che di Joplin, di “due eccezionali artisti come Ernesto Nazareth e il cubano Ernesto Lecuona”.

Nel suo discorso ha comunicato l’entusiasmo di aver scoperto “la fantastica musica di questi compositori importanti non solo per il loro Paese ma per il mondo come precursori della musica contemporanea rock o hip hop” e “trovando una straordinaria connessione fra musica jazz e suoni etnici, fra suoni americani e sonorità esotiche”. Un crescendo di note, ritmi e emozioni in cui egli ha poi suonato una sua versione del classico francese La vie en Rose di Edith Piaf deliziando il pubblico con virtuosismi e improvvisazioni.

Ma non finisce qui. In  tema di concerti al Franco Parenti in questa manifestazione diversi artisti saliranno sul palco portando le loro tradizioni al pubblico, dalla raffinata Lisa Moore il prossimo 15 marzo, ai ritmi latinoamericani dello spagnolo Simon Ghraichy per arrivare a un omaggio al favoloso jazzista Charlie Parker che chiuderà il festival il prossimo 22 maggio.

Per info e prenotazioni: www.teatroparenti.it/spettacolo/pianisti-di-altri-mondi