Eshkol Nevo a Milano presenta il suo nuovo libro, Legami

Eventi

di Nathan Greppi

Eshkol Nevo presenta “Legami” alla Fondazione Feltrinelli. Nonostante le minacce ricevute nei giorni precedenti da parte dei contestatori filopalestinesi.

 

La considerevole mobilitazione delle forze dell’ordine ha fatto sì che non ci fossero disordini. E l’affluenza di pubblico è stata talmente ampia che i posti da seduti non bastavano per tutti.

In sintesi, è stato assai partecipato l’evento che ha visto lo scrittore israeliano Eshkol Nevo venire a Milano per presentare lunedì 6 maggio il suo ultimo libro, Legami (tradotto da Raffaella Scardi, che insegna ebraico nella scuola della Comunità Ebraica), presso la Fondazione Feltrinelli. Con lui, ha dialogato la scrittrice e drammaturga Valeria Parrella, mentre tra il pubblico era presente in prima fila anche l’attore e regista Nanni Moretti, il quale nel 2021 aveva adattato al cinema il romanzo di Nevo Tre piani.

Nell’introdurre l’incontro, il dirigente della Fondazione Feltrinelli Gianluca Foglia ha spiegato che l’importanza della serata è dovuta al fatto che “parliamo di letteratura in un momento storico estremamente difficile. Viviamo in un mondo duro, violento, a volte incomprensibile. E in tempi così, è molto importante capire chi siamo, non soltanto come istituzioni, ma anche come esseri umani. E a questo ci serve la letteratura: aiutarci a capire chi siamo”. Il libro di Nevo è anche la prima pubblicazione di un nuovo marchio editoriale, Gramma, affiliato al Gruppo Feltrinelli.

La Parrella ha spiegato che una forte sensualità “permea tutto il libro”, che consiste in una silloge di racconti. Ha aggiunto che, sebbene l’autore parli esplicitamente di sesso nei suoi racconti, “questo sesso non è mai macho. È virile, ma non macho. È un sesso che serve per raccontare la realtà dei corpi che si legano. È il primo dei legami, quello più semplice e immediato”.

Un forte legame quello di Eshkol Nevo con l’Italia, da lui definita “la mia seconda casa”; si è inoltre congratulato con la Parrella dopo che il suo romanzo più celebre, Lo spazio bianco (Einaudi, 2008), è stato tradotto in ebraico. Alla domanda su cosa collega tutti i racconti, ha spiegato che “questo è il mio libro più fisico; tutto deve passare attraverso il corpo, che deve essere un altro protagonista. Devono esserci la sensualità e il sesso, ma anche il dolore”.

Nel primo racconto, Cuore affamato, un padre ammalato chiede al figlio di portarlo a Parigi, perché il suo ultimo desiderio è assistere ad un concerto di Bruce Springsteen che si terrà lì. Lo scrittore ha spiegato che “nel momento finale vi è un ribaltamento dei ruoli, in cui il figlio è costretto a portare il padre sulle spalle, e anche questo è un momento molto fisico, dove la fisicità è il centro assoluto del racconto”. In tal senso, è interessante secondo lui il modo in cui hanno reagito i lettori israeliani dopo aver letto il libro: “Usano espressioni che richiamano il mondo del corpo; lo definiscono un pugno nello stomaco, oppure un lunghissimo abbraccio. E qui, fanno leva su espressioni che richiamano il fisico”.

Oltre alla lettura di alcuni brani di Legami, non sono mancati alcuni aneddoti divertenti: Nevo ha raccontato di come una volta, confrontandosi con la traduttrice, dovette correggerla in un passo in cui lui citava il gruppo musicale israeliano degli Infected Mushroom tra i suoi gruppi preferiti, e venne tradotto per sbaglio che gli piaceva “mangiare funghi allucinogeni”. Si è scherzato sul fatto che quando si viene in Italia, “mangiare” è una delle prime parole in italiano che si imparano.