di Valeria Ottolenghi
Torna a Milano, ora al Teatro Elfo Puccini, lo straordinario spettacolo “Re Lear è morto a Mosca”, dal 3 al 15 giugno, dove si racconta di due amici, Solomon Michoels e Venjamin Zuskin, attori ebrei del glorioso teatro yiddish Goset, che, raggiunto il successo di pubblico, di riconoscimenti internazionali, furono perseguitati e uccisi per volontà di Stalin, una storia che si segue con il fiato sospeso tra il riso e il pianto, una meraviglia.
“Il teatro si occupa di inquietare e divertire/coinvolge con la bellezza”: scrive così in una sorta di dichiarazione di poetica in versi il grande regista internazionale César Brie che è autore e regista di questo spettacolo che è nato con la collaborazione di tutti i protagonisti, “il piacere estetico non è una carezza/ma una rivelazione/immagini commoventi, testi pungenti/ comicità, follia, musica e canto…”, limpida la funzione del teatro, con lo spettatore che esce “più aperto, più lucido e più irrequieto”.
Così accade con questo “Re Lear”, nato all’Isola del Teatro, un gruppo di edifici sulle colline piacentine acquistato da Brie per laboratori e prove, un luogo speciale con artisti che vengono da tutto il mondo. Del resto assai vasta è la fama di questo regista, che è spesso anche interprete delle sue opere dove – caratteristica del terzo teatro di cui è stato fondamentale punto di riferimento – convivono in scena, dialogano tra loro, vivi e morti, dove gli attori affrontano più ruoli, dove si alternano intenso dramma e comicità. Anche in questo spettacolo che, avvolto da musiche yiddish, sa evocare con leggerezza immagini chagalliane.
Cèsar Brie fonda la Comuna Baires in Argentina, poi il Teatro de Los Andes in Bolivia, costretto lui stesso a conoscere la persecuzione dei padroni del potere, sempre fitti i rapporti con l’Europa dove viene ogni volta accolto come grande maestro. Ora residente in Italia, è lui ad attrarre chi vuole sperimentare un teatro di stupefacente forza epica e inattesa tenerezza, indimenticabili da questo punto di vista i due spettacoli debuttati nello spazio archeologico di Veleia (Piacenza), produzione XNL, direttrice artistica Paola Pedrazzini, “Anchise” e “Il lago dell’oblio”. Proprio tra le grandi opere di questo periodo di magica creatività vive “Re Lear è morto a Mosca”, caratterizzato da un’intensa fisicità, gli elementi scenografici utilizzati con più funzioni, una dinamica energia comunicativa sempre sospesa tra popolarità, straniamento, e vasta partecipazione.
La compagnia teatrale yiddish, conosciuta con l’acronimo GOSET, fondata a Mosca nel 1919 fu chiusa nel 1948 dalle autorità sovietiche. Il suo fondatore, Alexandr Granovskij, decise, in uno dei tour negli shtetl d’Europa, di non tornare più in Unione Sovietica,1928. Tra i primi collaboratori anche Chagall, che già nel’23 era riuscito a lasciare la Russia. Fu quindi Solomon Michoels ad assumere l’incarico di guidare il Goset. Ricordata in particolare dalla storia del teatro la messa in scena del “Re Lear” shakespeariano anche per le parole di Gordon Craig, dalle vaste competenze teatrali, fondamentale teorico della regia, che, entusiasta dello spettacolo visto a Mosca, avrebbe voluto che fosse rappresentato a Londra. Scrive Craig in una lettera a Salomon: “Quella sera, di fronte a voi, il mio cuore ha trovato i fremiti che credevo di aver perduto per sempre: ho visto la nostra comune amante, il teatro, rinascere dinanzi ai miei occhi”, ma è preoccupato di non ricevere risposte dall’amico lontano. “Il mondo ha bisogno di voi…un caro abbraccio”.
No: non sarebbero andati a Londra, non più da nessuna parte i grandi attori del Goset di Mosca. Un incontro importante ora con “Re Lear è morto a Mosca” per conoscerlo nell’incanto della sintesi realizzata da Cèsar Brie, in scena con il suo travolgente gruppo di interpreti, Leonardo Ceccanti, Eugeniu Cornitel, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Tommaso Pioli, Annalesi Secco, Laura Taddeo e Alessandro Treccani.
“Re Lear è morto a Mosca”
uno spettacolo dell’Isola del Teatro
drammaturgia: César Brie e Leonardo Ceccanti,
con la collaborazione di tutta la compagnia
testo ispirato al libro di Ala Zuskin Perelman, “I viaggi di Veniamin – Vita, arte e destino di un attore ebreo”
regia: César Brie
attori creatori: César Brie, Leonardo Ceccanti, Eugeniu Cornitel, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Tommaso Pioli, Annalesi Secco, Laura Taddeo e Alessandro Treccani
lavoro corporale: Vera Dalla Pasqua
scenografia dell’ensemble, costumi: Matteo Corsi
luci: César Brie e l’ensemble
musica: Pablo Brie e musiche tradizionali Yiddish
consulenza storica: Antonio Attisani