L'iscrizione su pietra in aramaico del nome Yerushalayim

Ritrovata la più antica iscrizione in aramaico con il nome completo “Yerushalaim”

Arte

di Ilaria Ester Ramazzotti
«È probabile che «si trattasse di un vasaio o di un artista», visto che in quella zona, duemila anni fa, sorgeva un villaggio di ceramisti: «Anania figlio di Dodalos di Gerusalemme» potrebbe essere stato fra questi. Non si sa nulla sulla sua identità, ma il suo nome è così riportato su una colonna e potrebbe essere stato l’insegna del suo laboratorio, un’insegna tanto importante quanto rara perché riporta in lingua aramaica il nome di Yerushalayim, Gerusalemme, proprio come viene scritto oggi in ebraico. Si tratta della più antica scritta di questo tipo mai ritrovata, rimasta seppellita per duemila anni vicino a Binyenei Hauma, il centro congressi internazionale di Gerusalemme.   

È «l’unica iscrizione su pietra del periodo del Secondo Tempio a noi nota nella quale appare l’ortografia completa della città. Un toponimo che ricorre solo in un altro caso, su una moneta dei tempi della Grande rivolta antiromana del 66-70 d.C.», spiegano Yuval Baruch dell’Autorità israeliana delle antichità e il professor Roni Reich dell’Università di Haifa. Lo riportano diversi media israeliani e italiani.

Sono molto rare le scritte che menzionano Gerusalemme nel periodo del Primo e del Secondo Tempio, ma «ancor più unica è l’ortografia completa del nome come lo conosciamo oggi, visto che di solito appare nella versione ridotta Yerushalem o Shalem», continuano a spiegare gli studiosi.

Rinvenuta lo scorso inverno dall’archeologa Danit Levy fra le fondazioni di una costruzione del periodo all’occupazione della città da parte dei Romani, vicino al centro congressi dell’attuale capitale israeliana, la colonna è oggi esposta per la prima volta al Museo d’Israele.

(Photo: Danit Levy, Israel Antiquities Authority)