Aperta fino al 3 settembre al MAXXI di Roma una mostra sugli architetti ebrei cacciati dalle leggi razziali

Arte

di Redazione
Il Centro Archivi MAXXI Architettura ospita, fino al 3 settembre 2023Il tempo ritrovato. Storie di architetti ebrei.

Il 14 luglio 1938 veniva pubblicato su “Il Giornale d’Italia” il Manifesto della razza, che sarebbe diventato la base ideologica della politica razzista del regime fascista, primo atto dell’infernale escalation di riduzione delle libertà e sottrazione di diritti civili che prenderà corpo nelle cosiddette leggi razziali. In questo contesto, il 29 giugno del 1939 vengono promulgate le leggi che disciplinano “l’esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica”: ingegneri e architetti sono tra i molti professionisti privati della possibilità di esercitare liberamente. Prima costretti ad autodiscriminarsi e iscriversi in elenchi aggiunti per poter lavorare, vengono poi cancellati dai propri ordini professionali, esclusi dalle associazioni sindacali, banditi dagli incarichi pubblici, estromessi da concorsi o da progetti già avviati. In seguito a questo traumatico momento di cesura poche le opzioni: restare significa affrontare le conseguenze delle leggi razziali e, a partire dall’8 settembre 1943, rischiare la deportazione; fuggire significa abbandonare il proprio paese e provare a ricostruirsi una vita e una carriera altrove, nella speranza di poter tornare un giorno a una forma di normalità.

La mostra vuole mettere in luce le storie di architetti e ingegneri interrotte dalle leggi razziali, restituendo attraverso documenti d’archivio, elaborati progettuali e testimonianze, la dignità personale e professionale che le politiche di regime hanno cercato di cancellare.

Daniele Calabi, Angelo Di Castro, Romeo Di Castro, Enrico De Angeli, Vito Latis, Gino Levi Montalcini, Alessandro Rimini, Ernesto Nathan Rogers, Nina Livia Viterbo sono i protagonisti di questa mostra in cui, attraverso l’esposizione di documenti e progetti, vengono raccontate le loro vicende private e professionali evidenziando il momento di frattura coincidente con l’entrata in vigore delle leggi razziali. Nove storie di approcci progettuali e vite differenti, messe a confronto in questa mostra per testimoniare un’altra faccia delle discriminazioni razziali, nove storie di architetti diversi accomunati dall’unica “colpa” di appartenere alla “razza ebraica”.

Il progetto Architecture and Remembrance, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del bando European Remembrance, è stato elaborato dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC Milano (coordinatore del progetto) con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti di Bologna, dell’Ordine Architetti P.P.C. di Ferrara, dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e Provincia, della Fondazione CDEC – Centro di documentazione ebraica contemporanea, della Fondazione MAXXI e dell’Università Comenius di Bratislava – Ukba.

 

(Foto: Vito Latis, Osservatorio nautico di Bonassola 1935-36. Courtesy Archivio Latis)