Grande successo a Milano del gruppo Nahalat Yehuda

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Un folto gruppo di giovani ballerini israeliani (47 di numero e di età tra i 16 e i 20 anni), che vive e studia in Israele nella scuola Nahalat Yehuda, ha aperto la sera del 21 novembre lo spettacolo al Teatro Nuovo per l’Adeissima 2005.

Quest’anno era tra l’altro una celebrazione particolare perché l’Adei-Wizo festeggia i suoi 85 anni di vita.
“La danza e il canto come momento accomunante e d’integrazione”, ha detto la regista Andrèe Ruth Shammah, che ha introdotto lo spettacolo. Fanno infatti parte del gruppo ragazzi dalle provenienze più diverse, dalla Russia all’Etiopia, dai paesi dell’est europeo al sud America.
Ragazzi che hanno intercalato balli moderni – accompagnati da canti – con scenografie tradizionali, arricchite da costumi sgargianti spesso con una forte connotazione orientale.

Erano sorridenti e divertiti questi giovani alla ribalta, in attesa di “diventare famosi”; eppure molti di loro hanno avuto, nonostante l’età, dei vissuti difficili, come la giovane ballerina-cantante, già vittima di un attentato, che ha intonato una canzone, quasi un inno alla vita, trasmettendo la sua gioia di vivere.

Il gruppo dei giovani, proveniente dalla Svizzera e in prosecuzione per Genova prima di rientrare in Israele, oltre allo spettacolo dell’Adeissima ha tenuto sempre a Milano al Teatro Dal Verme il 22 novembre un affollatissimo spettacolo per le scuole, di cui Andrea Jarach ci racconta qui di seguito.

La serata dell’Adeissima ha avuto un secondo momento di spettacolo con la giovanissima cantante Liel, appena 16 anni, spigliata e comunicativa, che ha tenuto a raccontare di aver iniziato la sua carriera proprio in Italia quando, a 11 anni, aveva partecipato al concorso “Bravo, bravissimo”: era stata considerata una rivelazione che ha indirizzato la sua vita al canto. Alla fine dell’esibizione, torta e champagne per tutti.


La forza dell’amore

Milletrecento adolescenti milanesi di tutti i licei cittadini non sono certo il pubblico meglio disposto verso uno spettacolo di canzoni israeliane. Ma il 22 novembre il miracolo è riuscito.
Dopo due ore di spettacolo al Teatro dal Verme, i ragazzi milanesi saltavano sul palco per abbracciarsi con i loro coetanei israeliani e ballare con loro al ritmo della canzone Haghigaia, la canzone dell’amore che prima aveva fatto commuovere tutti.

E ancora una volta, grazie all’Associazione Italia Israele di Milano, all’Adei Wizo, e soprattutto a Mimì Navarro che si era inventata lo spettacolo per le scuole approfittando di una visita milanese della compagnia Nahalat Yehudà, Israele veniva percepito non come ce lo fanno vedere in televisione (tutto guerra e religione) ma un paese giovane dai mille colori, esteriori e interiori.

Quasi 50 ragazzi etiopi, russi e il solito melange Sefardi Askenazy hanno riempito di gioia di vivere il grande teatro. Non erano ragazzi del tutto normali, accomunati tra loro dalla frequentazione della meritoria scuola della Wizo di Rishon Lezion per ragazzi ad alto rischio sociale.
Provenienti da famiglie disagiate o poverissime, a rischio deliquenza e droga, questi ragazzi (la scuola ne accoglie attualmente 300 circa) vengono educati a diventare buoni cittadini e soprattutto a trovare la fiducia in se stessi attraverso le arti.
Infatti la performance artistica (danza e canto) non è che il sottoprodotto, molto ben riuscito, di un programma educativo psicologico di grande efficacia, a giudicare dai risultati.

Ovazioni del pubblico al giovane solista (un volto tipicamente israeliano indefinibile ormai per infinite miscele di origini diverse), ma anche ai bellissimi etiopi, ragazzi e ragazze dalla pelle nera, che mette un brivido vedere cantare in ebraico e fanno sentire come Israele sia davvero il Paese dei miracoli.
E poi la prima ballerina di origine russa, con semplicità ti racconta che era al Dolphinarium di Tel Aviv quella dannata sera di quattro anni fa, quando un terrorista omicida si fece esplodere nella fila dei giovani che attendevano di entrare in discoteca. Sedici morti, tutti adolescenti! E lei, la nostra ballerina, rimase con le gambe ferite dalle schegge metalliche della bomba, e ferita nell’anima in modo che i medici giudicarono di difficile recuperabilità.
E oggi, grazie alla scuola della Wizo, era in mezzo ai suoi coetanei guidando con grazia i balli multicolori e multietnici.

Ma come per ogni piatto riuscito, ogni ingrediente è fondamentale per il risultato finale, e senza Marco Paganoni, che si è offerto “nudo” per aprire lo spettacolo, rischiando le facili ironie o l’ostilità dei ragazzi, e ha introdotto magistralmente la realtà di Israele, il pubblico sarebbe stato meno attento.

E merita la citazione d’onore la grandissima Angelica Calò Livnè: lei ha saputo introdurre i nostri giovani milanesi alla atmosfera di Israele, al fenomeno della integrazione tra ebrei provenienti da tutto il mondo, alla triste realtà del terrorismo, alla ricerca della pace, alle mani tese continuamente alla controparte palestinese.
Lei, come sempre, ha saputo parlare il linguaggio del cuore, ha infranto le barriere dell’animo, ha motivato il pubblico milanese che ha abbracciato anche lei, che già era passata con la sua compagnia Arcobaleno (www.masksoff.org) al Dal Verme, e anche in quella occasione aveva incendiato d’amore gli animi di tanti adolescenti.

Se l’immagine di Israele sta cambiando a poco a poco è merito anche di questa donna straordinaria, del marito Yehuda, dei loro quattro splendidi figli (due oggi nell’azavà). Angelica è riuscita oggi a chiedere ai ragazzi di Milano, e ad ottenerla!!!, una benedizione per i soldati di Israele che difendono il loro Paese, dopo aver presentato tre ragazzi della compagnia di ballo in licenza dall’esercito (“eccoli, cari ragazzi milanesi, i soldati cattivi che vi vogliono far credere in televisione siano come i nazisti” era il mio pensiero nel vedere un Etiope, un russo dalla mascella squadrata e biondissimo e un tipico sabra dagli occhi dolcissimi).

Credo che chiunque conosca le nostre scuole possa definire questa una “mission impossible”. Grazie Angelica, grazie ragazzi di  Nahalat Yehudà. E Angelica ha concluso con un suo abbraccio al pubblico milanese e ha detto, suscitando le ultime entusiastiche ovazioni, che c’è davvero un popolo che è il migliore di tutti e salverà il mondo: quello degli adolescenti.


Andrea Jarach

Presidente Federazione Associazioni Italia Israele

Haghigaia – Ballo e canto

Parole e musica : Compagnia Gaia
Coreografia : Tamar Sela

Quando tutto sembra perduto
e non c’è speranza
insieme e non soli
troveremo la risposta
un cambiamento che inizia dentro
tappa dopo tappa
di fronte alle nuvole
cominceremo adesso

Quando tutto sembra perduto
e non c’è speranza
insieme e non soli
troveremo la risposta
siamo tutti figli di Adamo
siamo tutte figlie di Eva
siamo venuti al mondo dall’amore

Ora festeggiamo
cantiamo e amiamo
sotto la stella
e se risponderemo
ancora muteremo
la situazione
nessuno sarà dolente
nella festa della sua vita

E’ alla porta è vicino
torna e ritorna
si spera in bene, un altro segno
è un momento non normale
è un’occasione d’oro
venite cominciamo
una festa ora

Ora festeggiamo…
Ora festeggiamo
anche d’autunno
fino alla luce dell’oro
ché se abbracceremo
ancora leccheremo
miele e latte
nessuno sarà dolente
nella gran festa della sua vita.