Una Comunità proattiva, per attirare iscritti e valorizzare i servizi offerti

di Ester Moscati

Nuove idee, impegno, obiettivi strategici a lungo termine: ecco le note positive emerse nel corso del Consiglio della Comunità, riunito la sera del 25 giugno nella sala consiliare del Centro Amministrativo Comunitario “Goldstein Goren”. Il tema più rilevante all’ordine del giorno è stato la presentazione del progetto NAII (Nuova Anagrafe Inclusiva Interattiva) ma si è discusso anche di rappresentanza, team building, Giornata Europea della Cultura ebraica, dismissioni immobiliari ed eredità. Per questi ultimi due punti “tecnici” il Consiglio ha rapidamente avallato la decisione della Giunta sul prezzo di vendita di tre immobili (che andrà proposto all’UCEI prima di affidare il mandato ad una agenzia immobiliare) e sulla accettazione di una cospicua eredità a favore della CEM, di circa 500 mila euro.
È stato poi attribuito il ruolo di coordinatore / referente di Consiglio: da parte del presidente Hasbani è stato offerto a Raffaele Besso, che ha accettato.

Dibattuta invece la questione del Portavoce del Consiglio: nella scorsa riunione, il presidente Milo Hasbani aveva nominato come proprio portavoce Gadi Schoenheit, ma l’opposizione aveva ritenuto che la figura del Portavoce del Consiglio fosse cosa diversa, da scegliere con una decisione nell’ambito, appunto del Consiglio. Hasbani ha ribadito che il Presidente rappresenta tutta la Comunità, non una parte “politica”, e dunque il suo portavoce è ugualmente rappresentativo di tutti, essendo vincolato alle decisioni presidenziali. «Se mettiamo in dubbio che il Presidente rappresenta tutta la comunità, abbiamo un problema serio», ha detto Hasbani.
Raffaele Besso, leader di Wellcommunity, ha invece sostenuto che, per creare un migliore clima di collaborazione in Consiglio, è importate scegliere il Portavoce in modo collegiale e condiviso. A sostegno della tesi di Besso sono intervenuti Sara Modena, Ilan Boni, Guido Osimo, Dalia Gubbay, Luciano Bassani, che ha detto: «Condividere la scelta del Portavoce potrebbe essere un modo di venire incontro al Wellcommunity, che è stata completamente estromessa dal governo della Comunità pur rappresentando il 48% degli iscritti». Pia Jarach è invece intervenuta a sostegno di Hasbani, ribadendo che il portavoce “porta-la-voce” della Comunità, non è quindi autonomo nella scelta di cosa e come comunicare, che restano prerogative del Consiglio e del Presidente. Su questo punto non è stato trovato un accordo e si è dunque deciso di mettere la questione all’ordine del giorno del prossimo Consiglio.

Daniele Misrachi ha poi illustrato una iniziativa finalizzata al “team building” tra Consiglio e dipendenti, una gita aziendale prevista per il 4 luglio, in cui il personale e i consiglieri, divisi in squadre, dovranno compiere un percorso nel Labirinto della Masone. «È un’idea per conoscerci meglio» – ha detto. Diversi interventi hanno rilevato alcune criticità tecniche nella scelta del periodo, a scuola già finita con i dipendenti/docenti in vacanza.
Il Segretario Generale Alfonso Sassun ha proposto di rivalutare l’iniziativa per settembre, prima che inizino le lezioni pomeridiane. Ha invece sottolineato che sarebbe molto importante rivedere la politica di gestione del personale, coinvolgere i dipendenti in una proposta di welfare aziendale che possa compensare gli aspetti negativi e le penalizzazioni che i dipendenti hanno avuto dalla applicazione del nuovo contratto. Diversi consiglieri hanno poi chiesto di valutare idee diverse per il progetto di team building, comunque interessante. Il progetto è stato dunque rimandato.
Gadi Schoenheit, assessore alla Cultura, ha parlato della Giornata europea della Cultura ebraica, che quest’anno si terrà domenica 15 settembre e avrà per tema I sogni. Una scala verso il cielo. «Presenterò il programma nel consiglio del 9 luglio. Per ora vi dico solo che con Pia Jarach stiamo preparando un bel progetto e che avremo come ospite d’onore Nadav Tamir, del Ministero israeliano degli Affari esteri».  Oggi Tamir è direttore degli affari internazionali per il Centro Peres per la Pace.

Nuova Anagrafe Inclusiva Interattiva

Ultimo punto all’ordine del giorno, la presentazione del progetto NAII (Nuova Anagrafe Inclusiva Interattiva), condotta da Rony Hamaui. Si parte dalla considerazione che oggi l’anagrafe comunitaria presenta problemi di aggiornamento e completezza dei dati e per questo è stato attivato un team di lavoro, formato dallo stesso Hamaui, dall’Assessore Olympia Foà e dal Segretario Generale Alfonso Sassun.
«Oggi è fondamentale avere un database completo – ha detto Hamaui – Vogliamo implementare con la collaborazione di tutti, consiglio e iscritti, uno strumento di monitoraggio e gestione, che consenta alla comunità di essere proattiva. Non aspettare che venga richiesto un servizio, ma offrirlo a chi sappiamo che in quel momento ne ha bisogno. Monitorare gli iscritti per tutto il corso della loro vita. Per esempio, sapere quando un figlio è in età di iniziare la preparazione del Bar Mitzvà e proporre il servizio specifico della Comunità per questo momento… e così via. Dobbiamo considerare la Comunità come una società di servizi e dobbiamo offrirli in modo proattivo. Quando nasce un bambino, far sapere alla famiglia che abbiamo un Nido, la Scuola… L’obiettivo è quello di non essere passivi nei confronti delle necessità dei nostri iscritti, ma attivi, anche verso coloro che non sono ancora iscritti alla comunità. L’anagrafe deve diventare uno strumento di inclusione e di protezione; tutti noi dobbiamo sentire la responsabilità di fare rete e coinvolgere tutti quelli che conosciamo in questo progetto, coordinare le banche dati. Vorremmo anche creare un data base di coloro che non possono ancora iscriversi alla CEM, ma che sono vicini e potenzialmente iscritti di domani, in percorso di avvicinamento. Dobbiamo offrire servizi di altissima qualità, la Scuola migliore di Milano, da scegliere non solo perché “Ebraica”. Lo scopo finale è di incrementare il numero degli iscritti, personalizzare l’offerta e fidelizzare le persone. Sarà uno strumento fantastico» – ha concluso Hamaui.
Su questo tema è intervenuto Rav Arbib, precisando l’importanza di tenere separati i binari dell’iscrizione alla Anagrafe comunitaria, che vale anche per le richieste di certificati di “attestazione di ebraicità” (per matrimoni religiosi, alyiot e quant’altro)  e i database degli iscritti a Scuola e dei “simpatizzanti”, che non necessariamente coincidono con gli ebrei milanesi. Ha suggerito anche di avvicinare e coinvolgere i molti israeliani a Milano per studio o lavoro che spesso diventano residenti stabili in città. Anche il consigliere Guido Osimo ha espresso apprezzamento per il progetto e alcune considerazioni di ordine operativo, dando la propria disponibilità a collaborare.
Carlotta Jarach, assessore ai Giovani, ha sottolineato gli attuali problemi di aggiornamento e completezza dei dati anagrafici degli iscritti; mancano molti indirizzi email e telefoni, soprattutto per quanto riguarda i giovani che spesso, quando escono dalla famiglia, non comunicano neppure il nuovo indirizzo.

Varie ed eventuali: le commissioni

Passando alle Varie ed eventuali, è scoppiata una piccola bomba: Timna Colombo, assessore alla Scuola, ha voluto inserire in questo contesto abitualmente marginale nelle riunioni di Consiglio, una questione invece molto importante: le commissioni (che già nella prima riunione dopo l’insediamento il presidente Hasbani aveva annunciato sarebbero state aperte alla collaborazione della “opposizione”).
Colombo ha annunciato che è stata creata una commissione Scuola, una “centrale operativa” per realizzare il programma, una struttura flessibile aperta a collaborazioni ad hoc, di cui fanno parte la consigliera Pia Jarach, Rosalba Calò, storica morà della Scuola, candidata non eletta nella lista Milano ebraica; oltre a due genitori, Karen Cohen e Naghmeh Etessami. A questo punto Timna Colombo ha proposto a Ilan Boni e Dalia Gubbay di entrare a far parte di questa commissione. Ne è seguito un imbarazzato rifiuto da parte di entrambi, la reiterazione dell’invito da parte di Jarach, un nuovo rifiuto e una conseguente accusa di non essere disponibili. Al che è stato abbastanza inevitabile obiettare, da parte dei due “prescelti”, e anche di Vanessa Alazraki chiamata in causa, che essere invitati “a cose fatte”, senza essere coinvolti sin dall’inizio nelle modalità e nei criteri di formazione della commissione stessa, è stato poco corretto. «Una presa in giro» la definisce chiaramente Besso. Dopo una discussione animata, grazie anche alla pacatezza del Presidente Hasbani nel riconoscere una carenza nelle modalità della proposta, si è deciso di essere più attenti alle dinamiche e alle sensibilità nelle future, auspicate, collaborazioni tra maggioranza e minoranza consiliare.