Vita Ebraica

Festival / Marc-Alain Ouaknin, il silenzio è la voce sottile della vita

Jewish in the City

di Fiona Diwan
“Che cosa sono le parole del silenzio? E in che modo hanno a che fare con lo Shabbat ebraico?” E ancora: “il silenzio è un’entità vera, che esiste di per sè o è solo la negazione del suono?” Sono alcune delle domande da cui è ha preso avvio l’affascinante conferenza del filosofo francese che martedì scorso ha chiuso gli eventi in Sinagoga per il Festival Jewish and the City.

Festival / Marc-Alain Ouaknin, il silenzio è la voce sottile della vita

Jewish in the City

di Fiona Diwan
“Che cosa sono le parole del silenzio? E in che modo hanno a che fare con lo Shabbat ebraico?” E ancora: “il silenzio è un’entità vera, che esiste di per sè o è solo la negazione del suono?” Sono alcune delle domande da cui è ha preso avvio l’affascinante conferenza del filosofo francese che martedì scorso ha chiuso gli eventi in Sinagoga per il Festival Jewish and the City.

Festival / Daniel Sibony, maestro di arti oscure

Jewish in the City

di Fiona Diwan
Per Sibony, psicanalista francese (ospite lunedì 30 settembre di un incontro alla Fondazione Corriere della Sera, nell’ambito delle iniziative per Jewish and the City), Shabbat, il riposo ebraico, “significa entrare in una temporalità diversa, nello spazio dell’altro”. Non solo, esso ha in sé una promessa: ci farà del Bene.

Festival / Daniel Sibony, maestro di arti oscure

Jewish in the City

di Fiona Diwan
Per Sibony, psicanalista francese (ospite lunedì 30 settembre di un incontro alla Fondazione Corriere della Sera, nell’ambito delle iniziative per Jewish and the City), Shabbat, il riposo ebraico, “significa entrare in una temporalità diversa, nello spazio dell’altro”. Non solo, esso ha in sé una promessa: ci farà del Bene.