Dal libro di rav Jonathan Sacks “Moralità”, secondo appuntamento: lunedì 3 giugno 2024 alle ore 19:00 si è tenuto l’incontro su zoom dal nome “Etica ebraica – morale contemporanea: possono esserci punti di incontro?”.
Cultura e Società
«Ti spiego il dolore attraverso Giobbe, in chiave junghiana»
di Michael Soncin
«Giobbe è l’archetipo più indicato per parlare del tema del dolore. Non si rassegna, non vuole accettare la sua condizione, ne chiede conto. Quel ‘perché?’ è sempre stato al centro della mia vita personale e analitica». Parla la psicologa Lella Ravasi Bellocchio
La stampa ebraica in Italia: una ricerca ripercorre il suo ruolo di coesione interna e comunicazione con l’esterno
di Esterina Dana
Il libro di Nathan Greppi rappresenta un felice connubio tra il rigore del ricercatore e la passione per il giornalismo. Analizza con puntualità la nascita e lo sviluppo della stampa ebraica nella penisola italiana dal Risorgimento ai giorni recenti. Diviso in capitoli introdotti da sintesi sul contesto storico, il libro mappa le testate ebraiche nate nelle varie regioni, cogliendone i caratteri, le problematiche e i protagonisti. Il libro verrà presentato il 6 giugno.
Da Israele una start-up insegna l’empatia per il benessere del paziente e del personale sanitario
di Marina Gersony
Arriva da Israele una nuova start-up con l’obiettivo di ridurre il disagio, la paura e l’insoddisfazione dei pazienti, spesso spaventati o impreparati ad affrontare situazioni di salute critiche. Si chiama OtheReality e sta ridefinendo il panorama medico internazionale. Questa innovazione offre agli operatori sanitari l’opportunità di rivisitare scenari complessi e far emergere la loro capacità empatica, fondamentale nei rapporti con i pazienti.
In un mondo dove diagnosi brusche e visite sbrigative possono rivelarsi traumatiche, questa start-up rappresenta una rivoluzione verso una medicina più umana e attenta alle esigenze individuali. La carenza di empatia rappresenta infatti un ostacolo significativo a livello globale, alimentando sfide cruciali nel settore sanitario come il burnout degli operatori e il benessere dei pazienti.
Soltanto negli Stati Uniti la mancanza di empatia costa al sistema sanitario circa 100 miliardi di dollari all’anno. Sebbene sia chiaro che migliorare questa capacità è fondamentale per un’assistenza sanitaria di qualità, le soluzioni attuali non sono riuscite finora a personalizzare gli interventi e a diffonderli su larga scala.
Oggi questa nuova tecnologia permette ai medici di immergersi in simulazioni realistiche di interazioni difficili, consentendo loro di sperimentare nuovi approcci e di comprendere i punti di vista dei pazienti. Per i pazienti, l’ospedalizzazione o una diagnosi sono eventi unici e irripetibili, che non dovrebbero essere segnati da distrazioni o comportamenti inappropriati.
Un esempio significativo: molte donne incinte apprendono di aver abortito durante un turno al pronto soccorso di ostetricia e ginecologia di un ospedale israeliano, con conseguenze devastanti per le loro emozioni.
La nuova start-up è stata lanciata attraverso una partnership tra l’Università Bar-Ilan e l’ARC Innovation Center dello Sheba Medical Center, ed è attualmente in fase di sperimentazione presso Sheba e altri ospedali israeliani. Con il suo approccio innovativo, promette di trasformare la Medicina moderna, rendendola più empatica e personalizzata, offrendo una risposta concreta alle esigenze dei pazienti.
Sebbene i medici in Israele siano considerati ottimi tecnici, molti pazienti ritengono che non riescano a mettersi nei panni degli altri. Negli ultimi anni, medici, infermieri e altri professionisti sanitari hanno riconosciuto questo problema. La capacità di immedesimarsi, la sensibilità e le parole rassicuranti sono state trascurate a causa dei carichi di lavoro. Ora hanno capito che una buona comunicazione e un approccio obiettivo al problema di salute non devono illudere o spaventare, bensì fornire strumenti per affrontarlo al meglio, ascoltando le paure e le angosce dei pazienti.
Questa tecnologia israeliana, non solo migliora la comunicazione medico-paziente, ma ha anche il potenziale di ridurre il burnout tra gli operatori sanitari, favorendo un ambiente di lavoro più empatico e gratificante. In definitiva, OtheReality non è solo uno strumento tecnologico, ma una filosofia di cura che pone al centro la dignità del paziente.
«Per i medici, comunicare notizie difficili è un aspetto quotidiano del loro lavoro, spesso affrontato con un approccio pragmatico», spiega Yotvat Palter-Diciano, co-fondatore e direttore operativo di OtheReality, in un articolo di The Times of Israel. «Il medico può essere più concentrato sulla pulizia del letto o sugli aspetti pratici della cura, mentre per il paziente l’esperienza può risultare traumatica e dolorosa».
«La mancanza di empatia è un problema globale, non solo in Israele, e riguarda non solo il campo sanitario, ma anche l’istruzione, il contesto aziendale e molto altro ancora. C’è molta ricerca in questi ambiti», afferma a sua volta Motti Neiger, fondatore e direttore creativo di OtheReality e professore di comunicazione alla Bar-Ilan University.
Empatia per ottimizzare l’esperienza del paziente e il benessere dei dipendenti
L’obiettivo di OtheReality è trasformare questa dinamica, incoraggiando i medici a considerare il paziente come una persona con un problema, e non come un problema da risolvere. Attraverso l’uso della realtà virtuale e di scenari interattivi, i medici possono sviluppare una maggiore sensibilità e comprensione delle emozioni dei pazienti, migliorando così le loro prestazioni mediche.
Le conseguenze di una scarsa empatia si manifestano in diversi aspetti:
- Scarsa soddisfazione del paziente e danneggiamento della reputazione: I pazienti che non si sentono ascoltati e supportati con empatia tendono ad esprimere minore soddisfazione e possono danneggiare la reputazione della struttura sanitaria.
- Elevato attrito e burnout del personale: L’ambiente di lavoro privo di empatia può causare stress, frustrazione e demotivazione negli operatori, portando a un aumento dell’attrito e del burnout.
- Aumento di denunce e cause per negligenza: La mancanza di empatia può contribuire a una comunicazione inefficace e a incomprensioni tra pazienti e operatori, aumentando il rischio di denunce e cause per negligenza.
- Scarsa aderenza al trattamento post-ospedalizzazione: I pazienti che non si sentono coinvolti e supportati con empatia durante il ricovero ospedaliero sono meno propensi ad aderire correttamente al trattamento post-ospedalizzazione, compromettendo i risultati e aumentando i costi. Investire in soluzioni efficaci per rafforzare l’empatia nel settore sanitario è fondamentale per migliorare la qualità dell’assistenza, ridurre i costi e creare un ambiente di lavoro positivo per operatori e pazienti.
Come funziona la start-up?
Utilizzando la tecnologia VR e visori accessibili, OtheReality permette ai medici in formazione di sperimentare cosa significa essere un paziente, mentre ai professionisti esperti offre l’opportunità di diventare più empatici. Il training con l’app include domande che esplorano gli aspetti emotivi, cognitivi e motivazionali dei pazienti Ad esempio, viene chiesto loro come si sono sentiti durante l’esperienza, cosa hanno trovato inquietante e cosa avrebbero fatto diversamente nella realtà.
Il funzionamento è semplice: basta indossare un visore VR collegato a un audio, scaricare l’app OtheReality sul telefono, selezionare la situazione vista dal punto di vista del paziente e inserire il telefono nel supporto del visore VR, permettendo una visione quasi a 360 gradi.
Quando una giornalista ha provato OtheReality, si è “trasformata” di fatto in una donna incinta distesa su un lettino d’ospedale. Ha visto il suo corpo con le gambe appoggiate sul supporto, un marito preoccupato alla sua sinistra, e un medico specializzando insieme a un medico anziano che si muovevano per la stanza, discutendo tra loro e ignorando in gran parte il paziente.
La scena simulata, inclusa quella di un aborto spontaneo, è stata quindi interpretata da attori appositamente formati e scritta sulla base dei contributi dei medici e delle esperienze dei pazienti.
«Decine di donne mi hanno scritto delle loro esperienze in pronto soccorso ostetrico-ginecologico. Ricordavano ogni dettaglio: la luce, la temperatura, il suono del condizionatore d’aria, la battuta inopportuna di qualcuno e la posizione del medico quando ha dato la brutta notizia», ha spiegato Neiger.
In breve, questa nuova tecnologia aiuta il personale sanitario a immedesimarsi nel punto di vista del paziente. A partire dai rumori fastidiosi, dall’infermiera di turno che parla al telefono ad alta voce o dal personale rumoroso che ride e scherza.
Il sito di OtheReality riporta diverse testimonianze positive di medici che aderiscono a questo progetto: «L’esperienza VR è stata straordinaria. Permette al personale medico di cogliere la situazione dal punto di vista del paziente in modo molto efficace. Penso che questo strumento dovrebbe essere un requisito per gli studenti di Medicina. È uno strumento molto importante e non ho dubbi che verrà ampiamente utilizzato», ha dichiarato il Dottor Anat Engel, Direttore esecutivo del Wolfson Medicale Center.
«Non riesco nemmeno a contare il numero di volte in cui ho dovuto affrontare situazioni simili. OtheReality mi ha aiutato a comprendere il punto di vista del paziente e ha cambiato il modo in cui interagisco con i pazienti», ha affermato a sua volta il Dottore Avid Cohen, Vicedirettore senior del Dipartimento femminile del Centro Medico Ichilov.
Il team di OtheReality continua a perfezionare il prodotto con il MSR Medical Simulation Center di ARC e spera di portarlo negli Stati Uniti entro la fine dell’anno.
Il diario dell’astronauta Ilan Ramon ora conservato alla Biblioteca Nazionale di Israele
di Michael Soncin
Per due decenni ha alloggiato presso l’Israel Museum. Oggi il diario di Ilan Ramon, il primo astronauta israeliano, è stato trasferito presso la Biblioteca Nazionale di Israele. Le pagine, scritte a mano, sono sopravvissute all’esplosione dello Space Shuttle Columbia del 2003.
L’unica donna nella stanza del comando: una vera statista
di Esterina Dana
Tenace, intuitiva, instancabile, Golda Meir ha scalato tutti i gradini della carriera politica. La sua autobiografia, uscita nel 1974, viene ripubblicata oggi da Vanda edizioni. Nata a Kiev nel 1898, è stata una delle figure femminili più influenti del XX secolo: femminista di fatto; artefice della creazione dello Stato di Israele; prima donna ad aver ricoperto il ruolo di Ministro degli Esteri e Premier.
Dalla benevolenza implicita alla malevolenza subliminale: le evoluzioni dello sguardo occidentale sulla Gerusalemme ebraica
di Cyril Aslanov
[Ebraica. Letteratura come vita] Nei paesi occidentali (Europa, America, Australia) l’opinione pubblica sulla questione di Gerusalemme ha conosciuto una svolta significativa durante gli ultimi decenni. Inizialmente la scelta predefinita della gente illuminata appartenente allo spettro politico centrista
Il 6 giugno presentazione del libro ‘La stampa ebraica in Italia’ alla biblioteca del CDEC
di Redazione
La presentazione si terrà alle ore 18 presso la Biblioteca della Fondazione CDEC, in piazza Edmond J. Safra, 1. Dialogheranno con l’autore: Laura Brazzo (responsabile Archivio storico e vicedirettrice Fondazione CDEC), Fiona Diwan (giornalista e scrittrice, direttrice di Bet Magazine) e Liliana Picciotto (responsabile per la ricerca storica della Fondazione CDEC).
Lo sapevate che?… Se i modi di dire moderni vengono dalla Torà…
di Ilaria Myr
“Me la sono legata al dito!”. “Quando gliel’ho detto è rimasto di sale”. “Non nasconderti dietro a una foglia di fico!”. Chiunque almeno una volta nella sua vita ha pronunciato uno di questi modi di dire, tutti molto concreti nell’immagine a cui rimandano e riconducibili alla Bibbia ebraica.
Lo scandalo inaccettabile: tra antisemitismo e antisionismo, gli “utili idioti” contro l’Occidente, amati dai despoti
di Claudio Vercelli
[Storia e controstorie] Mai come ad oggi l’ebraismo italiano, al pari di quello europeo, è risultato così isolato. Quanto meno, se si vuole compiere un rimando al passato, a fare da ciò che avvenne nel 1982, con il conflitto in Libano e i massacri falangisti nei campi profughi palestinesi.
Richard Kenigsman: come dipingere l’angoscia di oggi
di Sonia Schoonejans e Andrea Finzi
Arte contemporanea: una mostra a Parigi. «Ogni giorno, dopo il 7 ottobre, immergo i miei pennelli nelle tenebre. Li inzuppo nel fango, al fondo delle ciotole che servono a pulirli. Le dighe crollano, l’umanità si decompone, la disumanità fluisce, una ‘immondazione’ di pittura ha invaso il mio studio…».
Muore il produttore cinematografico Albert Ruddy, vincitore del premio Oscar per “Il Padrino” e “Million Dollar Baby”
di Pietro Baragiola
Nei suoi numerosi anni di carriera Ruddy si era affermato sia nell’industria televisiva che in quella cinematografica, producendo oltre 30 film e lavorando fianco a fianco con leggende come Francis Ford Coppola, Al Pacino e Clint Eastwood.













