di Maia Principe
L’ex ostaggio, sopravvissuta a 471 giorni di prigionia nelle mani di Hamas, non nasconde il suo dolore di fronte a quello che considera un tradimento del premier britannico. “In qualità di cittadina britannica e israeliana, ed ex ostaggio di Hamas, sono profondamente rattristata dalla decisione del Primo Ministro”.
Attualità e news
UCLA nel mirino del Dipartimento di Giustizia: “Indifferenza deliberata” verso l’antisemitismo
di Anna Balestrieri
L’università è stata accusata di aver agito con “indifferenza deliberata” nei confronti delle minacce e delle violazioni dei diritti degli studenti ebrei durante un accampamento antisraeliano. Parallelamente ha raggiunto un accordo di 6 milioni di dollari con tre studenti ebrei e un professore che avevano citato in giudizio l’ateneo per violazione dei diritti civili.
La violenza non si ferma: attivista palestinese di No Other Land ucciso in scontro con coloni
di Maia Principe
Awdah Hathaleen, un importante attivista palestinese apparso nel documentario vincitore dell’Oscar “No Other Land”, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nella sera di lunedì 28 luglio nei pressi del villaggio di Umm al-Khair, in Cisgiordania, durante scontri con coloni israeliani ai quali un gruppo di palestinesi avrebbe lanciato pietre.
I media ebraici hanno identificato uno degli israeliani coinvolti nello scontro mortale come Yinon Levi, un colono estremista precedentemente sanzionato dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden e ancora soggetto a sanzioni da parte del Canada, del Regno Unito e dell’Unione Europea. Secondo quanto riferito, Levi avrebbe sparato contro un gruppo di palestinesi vicino all’insediamento di Carmel, nelle colline a sud di Hebron. Hathaleen, 31 anni, è stato gravemente ferito alla parte superiore del corpo durante lo scontro ed è stato trasportato al Soroka Medical Center di Beersheba, dove è deceduto poche ore dopo a causa delle ferite riportate.

Almeno altri due palestinesi sarebbero rimasti feriti nell’incidente. La Mezzaluna Rossa palestinese e il Magen David Adom sono stati chiamati sul posto per fornire cure mediche di emergenza.
Il sito di notizie Ynet ha riferito che Levi si trovava nella zona per eseguire lavori di costruzione autorizzati in un nuovo quartiere di Carmel e, nella sua versione dei fatti, ha affermato che decine di rivoltosi provenienti dalla vicina Umm al-Khair hanno lanciato pietre contro di lui e diversi altri israeliani.
Ha affermato di aver aperto il fuoco sui palestinesi perché si sentiva in pericolo di vita, secondo quanto riportato da Ynet.
In una dichiarazione, la polizia israeliana ha affermato che sta indagando sull’incidente e che un cittadino israeliano coinvolto nella sparatoria è stato fermato sul posto e successivamente arrestato.
La polizia ha aggiunto che sta indagando sul ruolo di Hathaleen negli scontri che hanno portato alla sua morte, e Haaretz ha riferito che è stata richiesta un’autopsia nell’ambito delle indagini.
Il presunto omicidio è stato denunciato in Israele dal deputato laburista Gilad Kariv, il quale ha affermato che il governo israeliano e l’IDF hanno permesso “alle milizie ebraiche armate di operare senza alcun controllo”.
«[Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar] Ben Gvir ha paralizzato la polizia, [il ministro della Difesa Israel] Katz ha bloccato le operazioni dello Shin Bet e l’esercito continua a chiudere un occhio», ha scritto Kariv su X. «Lo spargimento di sangue è già un terribile disastro e richiede un intervento, ma che nessuno si faccia illusioni: questo non si fermerà alla Linea Verde», ha avvertito.
Grecia, ancora proteste filopalestinesi : 600 passeggeri israeliani sbarcano a Rodi con l’aiuto della polizia locale
di Pietro Baragiola
È stato solo grazie all’intervento della polizia antisommossa che i manifestanti sono stati arrestati e i 600 passeggeri israeliani sono riusciti a sbarcare dalla nave, la MS Crown Iris, gestita dalla compagnia Mano Maritime. La stessa imbarcazione era stata presa di mira sull’isola di Siro. E si presume che questi eventi continueranno nei prossimi giorni.
Per la prima volta la Lega Araba all’Onu condanna i massacri del 7 ottobre e chiede il disarmo di Hamas
di Maia Principe
La dichiarazione, firmata anche dall’UE e da oltre una dozzina di paesi, esorta il gruppo terroristico a rinunciare al controllo di Gaza e a liberare gli ostaggi; invita Israele a porre fine alla guerra, a riconoscere lo Stato palestinese e il “diritto al ritorno”.
La fine degli ebrei in Francia? La provocazione di un libro shock sulla situazione degli ebrei: un caso editoriale
“Tutto era mirato a spezzarci”. Dopo 246 giorni nell’inferno, l’ostaggio Shlomi Ziv racconta la prigionia a Gaza
di Pietro Baragiola
Domenica 27 luglio 300 persone si sono riunite a Kfar Yehoshua ad ascoltare l’ex ostaggio che, per la prima volta dalla sua liberazione (avvenuta grazie a un’operazione dell’esercito l’8 giugno 2024), ha deciso di raccontare la propria storia al pubblico grazie all’iniziativa “Stories that Bind Us”. “Ci davano una pita al giorno e ci mostravano i filmati degli attacchi contro Israele e l’IDF” ha dichiarato.
Premier palestinese Mustafa all’Onu: “Hamas deponga le armi, liberi gli ostaggi e rinunci al potere a Gaza”
di Maia Principe
Intervenendo alla conferenza dell’Onu sulla soluzione a due
Stati, il premier dell’Autorità Palestinese ha anche sottolineato la responsabilità collettiva dei Paesi nel porre fine alla guerra contro il popolo palestinese, aggiungendo che l’Autorità Palestinese è pronta ad ospitare e coordinare una forza araba internazionale per stabilizzare Gaza dopo il conflitto.
“È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre”: Israele risponde alla decisione di Macron di riconoscere lo Stato palestinese
di Pietro Baragiola
Il presidente francese Emmanuel Macron ha pubblicato un post sulla piattaforma X (giovedì 24 luglio) annunciando che Parigi intende riconoscere la legittimità dello Stato palestinese alla prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite prevista per settembre, fatto che ha attirato le critiche di numerosi ministri israeliani.
Dal Jerusalem Film Festival all’incontro con le ex prigioniere: l’impegno di Gal Gadot
di Davide Cucciati
Durante la serata Gadot ha ricevuto il Jerusalem Film Festival Award e il Power of Dreams Award da parte dell’Hadassah The Women’s Zionist Organization of America. Qualche giorno dopo Gadot ha incontrato cinque donne sopravvissute alla prigionia di Hamas: Doron Steinbrecher, Liri Albag, Naama Levy, Moran Stela Yanai e Ilana Gritzewsky, che hanno parlato delle loro tragiche esperienze durante la prigionia.
“Parlate ebraico? Allora andatevene”: il caso Amit Peled e l’eco inquietante dell’antisemitismo in Europa
In un post su Instagram, Peled racconta che dopo aver preso l’ordine, un cameriere è tornato al tavolo e ha chiesto che lingua stessero parlando. “Quando ho detto ‘ebraico’, mi ha guardato dritto negli occhi e ha detto: ‘In tal caso, andatevene. Non vi servo il cibo’”. Peled racconta lo shock e il senso d’isolamento. “La gente attorno a noi era stupefatta, ma subito dopo ha ripreso a cenare, a parlare, a bere vino. Come se nulla fosse accaduto. Benvenuti in Europa, 2025.”
Aggressione a un rabbino con il figlio piccolo in un Autogrill di Milano al grido di “Assassini” e “Free Palestine”
di Anna Balestrieri
L’episodio, riportato da alcuni testimoni sui social, ha assunto toni sempre più violenti, con espressioni come “Tornate a casa vostra” e “Finirete all’inferno”, con un crescendo di toni e violenza verbale rivolte al religioso e al bambino, colpevoli unicamente di una visibile identità ebraica. La vicenda solleva preoccupazioni profonde sul livello crescente di tensione e intolleranza presente anche in luoghi pubblici del nostro Paese.