il libro inchiesta del giornalista Giuseppe Giannotti dal titolo Israele, verità e pregiudizi. I media italiani e la seconda Intifada. Disinformazione e mistificazioni (De Ferrari Editore, 16 euro).
Il libro analizza il modo in cui, principalmente in Italia, stampa e televisione hanno raccontato il conflitto israelo palestinese in oltre sette anni dallo scoppio della seconda Intifada, nel settembre 2000, fino ai primi mesi del 2008, mettendo a confronto titoli, articoli, commenti e fotografie.
Libri
La pazienza della pietra
Sara Shilo ha scritto un romanzo di grande maturità e profondità, creando tutto un mondo, ricco e sconcertante, che stringe il cuore, un mondo che non avevamo ancora conosciuto nella letteratura israeliana”. (David Grossman)
“Mi sono infilata nel mio letto, ma senza riuscire ad addormentarmi. Sono uscita sul balcone e ho guardato i panni che la mamma aveva appeso di sera. Sembravano un testo scritto
Sull’antisemitismo
Nel secolo da poco trascorso l’antisemitismo si è manifestato in tutta la sua atrocità con i campi di sterminio nazisti. Eppure questa tragedia non ha posto fine a questo fenomeno e non tutti, nonostante significativi cambiamenti, sono consapevoli di quanto esso sia in realtà l’espressione di più profonde malattie sociali, culturali e politiche che covano nelle società dove si manifesta.
Sotto la stella di David
ha organizzato a partire dal maggio scorso nellambito dellimportante ricorrenza del 60° Anniversario della fondazione dello Stato di Israele avranno il loro culmine con MI TAKHAT LE MAGHEN DAVID, Sotto la stella di David – Festival della Letteratura Israeliana. Dal 3 al 16 luglio, nella suggestiva cornice del Cortile del Terribilia – nel cuore di due istituzioni culturali di Bologna quali lAccademia di Belle Arti e la Pinacoteca Nazionale – si vorrà offrire la suggestione di pagine straordinarie di questa letteratura e lemozione degli incontri con gli scrittori Lizzie Doron, Etgar Keret, Sara Shilo, tra i più noti della nuova generazione di autori israeliani, con la conduzione di Bruno Gambarotta.
Il Festival arricchisce il suo programma anche con il concerto di Amit Arieli e del sestetto The New Old Klezmer Ensemble e con la proiezione del film Meduse dei registi Etgar Keret e Shira Geffen.
Meritocrazia: un valore ebraico
ha pubblicato Meritocrazia, un testo che svela impietosamente i mali dellItalia ma con lottimismo e la determinazione che chi non si limita a definire un problema ma ne fornisce anche la soluzione. Valida anche per i problemi della Comunità
Conta e racconta. Memorie di un ebreo di sinistra
Ottant’anni di storia e di politica italiana nell’autobiografia di Amos Luzzatto. L’infanzia sotto il fascismo, l’adolescenza in Palestina dove la sua famiglia ripara dopo l’emanazione delle leggi razziali, il ritorno nell’Italia liberata, la nascita dello Stato d’Israele, la militanza nel PCI, l’abbandono del Partito al quale tuttavia sarebbe stato destinato a tornare, il ’68, l’impegno nelle comunità ebraiche italiane che lo porterà alla presidenza dell’Ucei, il rapporto con la nuova destra, il viaggio di Gianfranco Fini in Israele, il difficile equilibrio fra ebraismo e sionismo, gli ebrei e la politica, la laicità e la religione, la professione medica, gli studi biblici.
La lunga strada dal Reno al Giordano
Molti di coloro che sono sfuggiti alla Shoà, sopravvivendo nei campi o riuscendo a nascondersi, hanno adempiuto a quel dovere della memoria così insistentemente sottolineato da Elie Wiesel. Le testimonianze sono tante e vanno tutte accolte con rispetto e con commozione. Alcune però ci colpiscono più di altre, per la lucidità dello sguardo, per la chiarezza dell’esposizione o magari perché ci raccontano dei particolari inediti di un ambiente familiare.
E’ il caso del libro di Arno Baehr, La lunga strada dal Reno al Giordano, pubblicato qualche mese fa da Giuntina (pp.148, 13).
Il Mein Kampf pubblicato in Germania
di un’edizione commentata del Mein Kampf, con il sostegno, o comunque con la non opposizione di una parte delle comunità ebraiche tedesche è una notizia che può sorprendere. Qualcuno deve aver pensato che nell’epoca di internet quando per leggere il Mein Kampf come I Protocolli dei savi anziani di Sion è sufficiente navigare in rete e scaricare, la cultura dell’interdetto non sia efficace.
Non è un ragionamento improprio. Ma è troppo semplicistico.
Yeled Cuz, Michal e Nur sui campi di cotone
di Yeled Cuz, Michal e Nur sui campi di cotone presentano Israele, come recita il titolo, “dopo”. Dopo il ritorno alla Terra promessa. Dopo gli anni eroici della realizzazione dei kibbuzim. Dopo lo sterminio della Seconda guerra mondiale. Dopo la creazione dello Stato di Israele. Quelle drammatiche esperienze sembravano aver forgiato una generazione capace di respingere qualsiasi attacco e capace di percorrere la difficile strada della pacifica convivenza con i vicini
Labirintici sentieri. Appunti sulla Mistica ebraica
Come in parte viene suggerito dal titolo, questo volume presenta ai lettori uno studio approfondito sulla mistica ebraica concepito come un viaggio attraverso i secoli, dalle origini fino ad oggi, in compagnia dei suoi “protagonisti” ed osservato da un punto di vista di analisi sia storica che religiosa, mantenendo comunque sempre un piacevole piano narrativo di sfondo.
Tra i giusti. Storie perdute dellOlocausto nei paesi arabi
durante il periodo della Shoah è rimasto, come dice il risvolto di copertina del libro, coperto dalla sabbia del deserto. E questo nonostante migliaia di ebrei siano stati espropriati dei loro beni, imprigionati e torturati nei campi di lavoro forzato ed anche deportati nei campi di sterminio europei.
Il libro ha una genesi curiosa. Lautore, un ebreo americano , esperto in politica dei paesi arabi e islamici si trova l11 settembre nei pressi delle Torri Gemelle di New York. Riflettendo sullaccaduto nei giorni successivi egli si rende conto che in teoria gli arabi sono lunico popolo della terra che è stato risparmiato dalla campagna globale volta a mantenere viva la memoria del peggior crimine della storia (la Shoah).
Una terra e due popoli. Sulla questione ebraico-araba
A partire dagli anni della guerra Buber sentì lobbligo di partecipare al movimento sionista e alla discussione politica ebraica, cercando di svolgere il ruolo di coscienza politico-morale dellebraismo contemporaneo e guidando diversi gruppi il più importante, a partire dagli anni Trenta fu lIchud – che si ponevano sì allinterno del progetto sionista, ma in forte tensione con la sua anima maggioritaria. Dei numerosi scritti prodotti da Buber in questi dibattiti Giuntina ha appena pubblicato una interessante antologia intitolata Una terra e due popoli Sulla questione ebraico-araba


