Scritte razziste nei cimiteri arabi e cristiani di Jaffa

Taccuino

In Israele erano tutti pronti ad affrontare l’emergenza di manifestazioni e violenze palestinesi collegate alla richiesta di Abu Mazen all’ONU per il riconoscimento dello stato della Palestina. Polizia, esercito, coloni erano preparati ed addestrati ad affrontare una situazione che si preannunciava esplosiva e che per ora invece non sembra aver dato motivi di particolare preoccupazione. Tuttavia la tensione in Israele non manca e anzi sembra destinata a salire – nella West Bank, ma anche in una città come Jaffa, antico quartiere arabo alle porte di Tel Aviv, abitato da una popolazione mista di arabi, ebrei e cristiani.

Venerdì sera, alla vigilia dello Yom kippur, i cimiteri musulmano e cristiano di Jaffa sono stati presi di mira da alcuni vandali che hanno imbrattato le tombe con scritte razziste – “morte agli arabi”, e “il prezzo da pagare” lo slogan tipico utilizzato dai coloni ebrei della West Bank.

Come era naturale attendersi, è arrivata anche la risposta araba: una bomba molotov infatti è stata lanciata sabato sera contro la sinagoga di rav Meir Ba’al Hanes, sempre a Jaffa. La bomba ha colpito il soffitto della sinagoga senza provocare grossi danni nè feriti.

Nel frattempo un gruppo di abitanti di Jaffa, sia ebrei che arabi, sono scesi in strada a manifestare contro queste nuove azioni di stampo razzista. Alcuni dei portavoce dei manifestanti hanno attribuito la responsabilità della tensione in atto, al governo e ad alcuni dei suoi maggiori leader.

Partecipando all’evento, Jamal Zahalka, membro della Knesset ed esponente del partito Balad,  ha affermato: “Noi accusiamo il governo di Israele”. Zahalka ha osservato che la distanza che corre fra parole ed atti razzisti, è terribilmente breve – riferendosi in modo particolare al leader spirituale del partito Shas, il rabbino Ovadia Josef, ai coloni, e al ministro Avigdor Lieberman.

“Quelli che hanno incendiato la moschea di Tuba Zanghariyya e hanno attaccato il cimitero di Jaffa hanno i loro padri spirituali nel governo”.

Il presidente Shimon Peres ha condannato gli atti di vandalismo commessi nei cimiteri arabi e cristiani di Jaffa, definendoli “atti criminali che gettano disonore su di noi e contraddicono i valori morali della società israeliana”.