Wolinski: la matita gaudente di un satiro geniale

di Ester Moscati

WolinkiLe sue vignette sono passate alla storia. Caustiche, irriverenti, dissacranti. Sempre da sbellicarsi. Aveva illustrato tutte le versioni della “mamma ebrea” nel libro Comment devenir une mère juive en dix leçons di Dan Greenberg, edito da Seghers, adattato anche a commedia teatrale. Una delle sue più celebri vignette (qui sotto) recitava: “Nostra figlia è fidanzata ad un negro, ebreo, guercio e zoppo!”. “Gesù Maria!”. “Caro, sii gentile, non dire ancora che sei comunista”.
Nato a Tunisi nel 1934 da genitori ebrei, mamma franco-italiana, Lola Bembaron, e padre polacco, Siegfried Wolinski, Georges restò orfano ad appena due anni, con l’omicidio del padre. La madre, malata di tubercolosi, lasciò il piccolo alle cure dei nonni, che avevano una rinomata Wolinski notre fillepasticceria a Tunisi, ma poi emigrò in Francia per curarsi ,portando con sé il figlio.
Nonostante vivesse un ebraismo laico e non credesse in nulla, il ricordo delle feste passate in famiglia e del suo bar-mitzvà lascerà a Wolinski un attaccamento alle sue radici che si può ritrovare nello spazio che dedica ad illustrare la “madre ebrea” o a disegnare e scrivere, insieme a Pierre Philippe Barkats, un libro-manifesto ecologista: Merci Hannukah Harry (edizioni JungleCasterman). Harry è il ‘fratello ebreo’ di Babbo Natale che lo sostituisce in caso di sua malattia. Nel libro si adopera contro i danni ambientali e incalza il lettore con la frase: “Resistez, riez, revez fort” ovvero: resistete, ridete e sognate molto. Un incitamento frutto di un sentire tipicamente ebraico, dove l’ironia si mescola al dolore e la risata sconfigge la malinconia.
Sin da bambino, a Tunisi, si era appassionato ai fumetti importati dalle truppe americane in Nord Africa; e questo interesse, una volta giunto in Francia, non lo abbandonerà più. Negli anni Sessanta, nel clima rivoluzionario, barricadero e anarchico che precedette il Maggi1022358_8900390o francese, inizierà a lavorare per Hara-Kiri come vignettista, ma nel 1968 fu la collaborazione piccante e sagace con Action a dargli la popolarità. Nel frattempo, si laurea in Architettura, si sposa con una compagna di liceo, che morirà in un incidente stradale.
Il suo personaggio più famoso in quegli anni è Paulette, la protagonista di un fumetto erotico-politico creato in collaborazione con Georges Pichard, che racconta le avventure di una giovane e ricchissima ereditiera (Paulette, appunto) innamorata dei poveri, della sinistra, della rivoluzione. Quasi una premonizione di quella gauche-caviar che tanto futuro avrà oltralpe. Paulette è protagonista di esilaranti avventure, in cui incorre nel tentativo di disfarsi del suo immenso patrimonio, che la disgusta essendo comunista convinta e dichiarata. Attraverso le avventure di Paulette, il fumetto racconta gli anni Settanta: la contestazione giovanile, il Vietnam, la situazione politica francese, le lotte operaie.
Tutta la sua verve, il gusto per la vita, l’amore, il sesso, ma anche la sua profonda intelligenza e la grande sensibilità, l’umorismo e la fantasia esplodono dalle sue tavole.
Oltre ai giornali francesi Action, Paris-Presse, Hara-Kiri Hebdo, Charlie Hebdo, L’Humanité, Paris-Match, per anni ha collaborato con Linus, diventando famoso anche in Italia.
Il suo stile come vignettista è spesso pieno di doppi sensi, con un attaccamento vitale e spirituale alle donne che ricorda Chagall, ma la sua vita privata non riflette la vita libertina dei suoi personaggi. Infatti, come per il pittore, la sua unica vera donna sarà la seconda moglie, Maryse Wolinski, alla quale dedicherà una struggente lettera d’amore, Lettre ouverte à ma femme.
A Charlie Hebdo, Wolinski lavorerà fino al giorno del suo feroce assassinio, da parte di terroristi arabi.
Straziante l’ultimo saluto della figlia: «Tutti ti immaginano in Paradiso, circondato da ragazze nude e ridono. Ma io, io so quello che stai facendo. Molto probabilmente hai chiesto una matita per disegnare un tavolo, dei fogli e una lampada. E ora, sicuramente starai disegnando una copia della mamma perché sia con te lassù».

(ha collaborato Bianca Salom)