“Un ambasciatore? Deve farsi ponte e bandiera”

di Ruth Migliara

Silvio Tedeschi e Francesco Talò

Il 4 giugno a partire dalle 19.00, il Tempio Centrale di via Guastalla e’ stato teatro di un’occasione unica che ha visto la partecipazione delle massime autorità della vita ebraica milanese in occasione della nomina del nuovo ambasciatore italiano in Israele, Francesco Talò. Con questa iniziativa,organizzata dal Keren Kayemet LeIsrael  e resa possibile dalla Fondazione Corriere della Sera, si e’ voluto creare un momento di incontro e conoscenza reciproca tra la Comunità ebraica di Milano, nelle sue rappresentanze politiche e rabbiniche e il nuovo ambasciatore, con l’augurio che  possa esserne così interprete e interlocutore in Israele. La  serata e’ stata introdotta e presentata  dal Presidente Silvio Tedeschi del Keren Kayemet di Milano che ha preso parola per primo chiedendo ai presenti di dedicare  un minuto di silenzio alle vittime del terremoto in Emilia. Ha proseguito quindi presentando le massime autorità presenti: oltre al Rabbino Capo della Comunità di Milano, Rav Alfonso Arbib e altri importanti esponenti del Rabbinato italiano tra cui Rav Giuseppe Laras, hanno presieduto all’evento i Presidenti delle principali associazioni ebraiche milanesi, i membri del Consiglio della Comunità, il console di Spagna a Milano, il Direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, e il Presidente Piergaetano Marchetti della Fondazione Corriere della Sera.

A prendere successivamente la parola è il Rabbino Capo, Rav Alfonso Arbib, che parla del ruolo di un ambasciatore secondo spunti biblici. Proprio nel brano di Torah letto nella Parashà di questo ultimo sabato, introduce il Rabbino, si parla della bandiera che ogni tribù di Israele portava come simbolo della sua specifica identità e della diversa missione nel mondo che ogni popolo e’ chiamato ad approfondire e sviluppare.Tuttavia questa valorizzazione della diversità può avere a volte come contraltare la nascita di divisioni, se la bandiera perde il suo ruolo di garanzia di unione al di sopra delle differenze identitarie che pur rappresenta.

Il ruolo di un ambasciatore riflette dunque il duplice significato di una bandiera, come ponte tra unione e differenze: deve esprimere l’identità specifica di un popolo, ma anche farsi legame unificante tra culture.

Ed e’ dunque questo l’augurio finale del Rabbino Capo al nuovo Ambasciatore: che possa farsi garante di un legame forte tra Italia e Israele, pur facendosi portavoce della specifica identità italiana.

Segue quindi e’ l’intervento del Direttore del Corriere della Sera, De Bortoli, che ci offre un ritratto del ruolo difficile e delicato di un ambasciatore come tessitore paziente di rapporti e relazioni, in un contesto internazionale difficile e infuocato come quello odierno in Medioriente.

Ed è infine Talò a prendere la parola, dopo che il Presidente del KKL ne ha illustrato prima curriculum e storia.

«Francesco Talò è stato inviato Speciale della Farnesina per il Pakistan e l’Afghanistan su designazione da parte del Ministro Franco Frattini, dopo essere stato per 4 anni, Console generale a New York, ed aver ricoperto varie mansioni in Italia e all’estero», spiega Tedeschi. «Dal Servizio stampa della Farnesina, alla Delegazione per l’organizzazione della Presidenza italiana dell’Ue, dalla Segreteria Generale del ministero degli Esteri alla Rappresentanza permanente presso l’Onu a New York», conclude. Dopo la consegna di un attestato a certificazione di alberi piantati dal Keren Kayemet nel Parco Italia in Israele in suo onore, l’ambasciatore , ha espresso la speranza di poter essere all’altezza del ruolo auguratogli di creatore di legami sempre più forti con Israele. Ha affermato inoltre che per costruire un ponte occorre la partecipazione e la collaborazione di molti ed è per questo che, nel cercare di farsi rappresentante della ricca e variegata identità italiana, desidera conoscere il più possibile la specificità delle diverse comunità ebraiche che ne hanno contribuito alla formazione e la costituiscono.L’Ambasciatore parla di quanto si potrà fare e quanto si è già fatto, ricordando con stima l’opera del suo predecessore nel ruolo e amico Mattiolo e, prima di lui, dell’attuale Ministro degli Esteri, Giulio Terzi. Definisce il rapporto tra Israele e Italia già forte, ma che può essere ulteriormente velocizzato e sviluppato attraverso il consolidamento della nostra presenza economica e culturale.Questo impegno non potrà prescindere dalla memoria,a cui hanno dato grandi contributi tante istituzioni milanesi, a partire dall’iniziativa di Binario 21 e che l’ambasciatore si promette di incrementare anche da Israele promuovendo lo studio della storia della Shoà.Dopo i dovuti ringraziamenti, Francesco Talò è accolto da grandi applausi ed entusiasmi e conclude l’incontro dichiarando, con grande gentilezza, la sua disponibilità all’incontro e all’ascolto dei rappresentanti ebraici presenti e di tutti coloro che vorranno e augurando di rivedere presto tutti presso l’ambasciata italiana di Tel Aviv.A chiudere la serata, è uno splendido aperitivo all’aperto, a cui vengono invitati tutti i partecipanti e che costituisce sigillo e coronamento piacevole di un evento prodigo di progetti e speranze.