L'agente israeliano Eli Cohen, di cui la moglie chiede le spoglie al presidente siriano Bashar el-Assad

Reso pubblico l’ultimo telegramma della leggendaria spia israeliana Eli Cohen

di Michael Soncin
Il capo del Mossad David Barnea ha reso noto l’ultimo messaggio inviato dalla leggendaria spia israeliana Eli Cohen il giorno della sua cattura, avvenuta a Damasco il 19 gennaio del 1965, dove fu impiccato. Il documento ha permesso di rilevare nuove informazioni che hanno portato alla sua cattura.

Barnea – come riporta il Times of Israel – ha definitivamente affermato che Cohen è stato catturato “semplicemente perché i suoi messaggi sono stati intercettati dal nemico. Questo ora è un fatto di intelligence”. Fino a oggi si pensava che la sua copertura fosse saltata perché trasmetteva troppo spesso o perché non seguiva le indicazioni.

Durante l’inaugurazione del Museo Eli Cohen a Herzliya, Barnea ha detto che “Eli Cohen è stato tra i nostri migliori agenti”, elogiandone “lo spirito combattivo, il coraggio, i valori e la devozione”, definendolo una “fonte di ispirazione” per tutto il personale del Mossad. “Tutti impariamo da lui, anche oggi, dal suo essere sionista, dal suo sacrificio e dalla sua dedizione”.

L’ultima trasmissione ricevuta da Israele da Eli Cohen (Mossad)

 

Il noto successo della Guerra dei Sei giorni del 1967, si ritiene sia dovuto proprio a Cohen, che infiltrandosi negli anni precedenti nei vertici della politica siriana, è riuscito a raccogliere informazioni fondamentali.

L’ultimo messaggio di Cohen reso solo noto ora, riguardava “una discussione allo stato maggiore siriano con la partecipazione dell’allora presidente Amin Al-Hafez”. Il documento originale verrà donato dal Mossad al nuovo museo istituito in sua memoria.

Barnea ha anche affermato che l’intelligence israeliana continuerà a cercare maggiori informazioni del periodo trascorso da Cohen in Siria, promettendo anche di continuare la ricerca dei suoi resti.