La Polonia critica Noa Kirel, dopo le sue dichiarazioni all’Eurovision sulla sua famiglia uccisa nella Shoah

di Redazione
“Quando la Polonia dà a Israele 12 punti, dopo che quasi l’intera famiglia Kirel è stata assassinata nell’Olocausto, è una vittoria”, ha detto Kirel al Kan news di Israele subito dopo la competizione.

Con questa frase pronunciata all’Eurovision 2023, la cantante israeliana Noa Kirel, che si è posizionata terza, ha suscitato il malumore nel mondo polacco, attento a minimizzare le responsabilità della Polonia nel massacro degli ebrei, suscitando molte critiche dei politici e le denunce dei media del Paese. “Ricevere 12 punti dalla Polonia (il massimo, ndr), dopo la storia della mia famiglia e del popolo di Israele nell’Olocausto, momenti del genere sono davvero una vittoria”, ha aggiunto in commenti simili al sito di notizie Ynet, ricordando che i membri della famiglia di suo padre furono uccisi ad Auschwitz.

Come riporta il Times of Israel, in un lungo post sui social media del 20 maggio, il viceministro degli Esteri polacco Paweł Jabłoński ha quindi dichiarato che inviterà Kirel in Polonia “per capire perché pensa alla nostra patria in questo modo e per spiegare perché [i suoi commenti] sono dolorosi per noi”.

L’incidente tocca una disputa di lunga data tra Israele e Polonia sugli sforzi in corso di Varsavia per ridurre al minimo la responsabilità polacca per la persecuzione e l’assassinio di massa di ebrei sul suo territorio durante l’Olocausto.

Jabłoński ha detto che Kirel dovrebbe venire a “vedere con i suoi occhi i luoghi in cui la Germania nazista ha commesso crimini crudeli contro polacchi ed ebrei nel nostro paese”. Ha inoltre evidenziato i viaggi dei giovani israeliani in Polonia, affermando che hanno fornito agli israeliani un’immagine errata dell’Olocausto.

I viaggi sono al centro di un accordo recentemente firmato tra Israele e Polonia per ripristinare relazioni diplomatiche a lungo tese, ma che è stato oggetto di critiche diffuse in Israele.

L’accordo è un passo verso la normalizzazione dei rapporti con la Polonia, che fino a diversi anni fa era uno dei paesi più filo-israeliani dell’Unione europea. Le relazioni si sono deteriorate nel 2018, dopo che la Polonia ha approvato una legislazione che vietava di incolpare la nazione polacca per i crimini nazisti. L’allora ministro degli Esteri Yair Lapid ha definito la legge antisemita, scatenando una lite diplomatica.

L’accordo vedrà i gruppi studenteschi israeliani visitare un elenco di siti consigliati dai polacchi che, secondo i critici, forniscono una visione distorta dell’Olocausto, ignorano la complicità polacca nell’Olocausto e intensificano gli sforzi dei polacchi per salvare gli ebrei.