Bandiere di gruppi di estremisti di destra e neonazisti

Facebook e Instagram ospitano rete di neonazisti

di Nathan Greppi
Facebook e Instagram sono stati duramente criticati in quanto si è scoperto che hanno ospitato senza censure una rete di oltre 40 siti neonazisti, di cui uno chiamato Camere a Gas, con oltre 80.000 seguaci, incluso uno studente indagato per terrorismo.

Secondo il Guardian, questa rete vendeva sulle piattaforme social abiti e accessori con simboli nazisti, oltre a sticker che omaggiavano Kyle Rittenhouse, adolescente accusato di aver ucciso ad agosto due manifestanti di Black Lives Matter nel Wisconsin. Secondo il CCDH (Centre for Countering Digital Hate), istituto con sede a Londra, le vendite di questi prodotti servirebbero a finanziare due gruppi militari coinvolti nella guerra in Ucraina: il Battaglione Azov e la Divisione Misantropa.

Nonostante le recenti dichiarazioni di Mark Zuckerberg di voler contrastare l’odio e l’antisemitismo sulle sue piattaforme, la compagnia era già stata informata 2 anni fa dell’esistenza di questa rete, che nel frattempo si è espansa ulteriormente. Imran Ahmed, presidente del CCDH, ha dichiarato: “La dirigenza di Facebook ha danneggiato la pubblica sicurezza permettendo a dei neonazisti di finanziare le loro attività lì e su Instagram. […] Questa negligenza non dev’essere passata inosservata agli estremisti, i quali ora sanno che Facebook gli permette di reclutare, organizzarsi e raccogliere fondi senza interferire.”

Come spiegava Inside Over, il Battaglione Azov è un’unità militare ucraina nata durante la guerra del Donbass del 2014, per combattere contro i separatisti filorussi. È diventato famoso perché, analogamente ai terroristi islamici dell’ISIS, ha arruolato diversi foreign fighters provenienti da altri paesi, in gran parte legati a movimenti di estrema destra e suprematisti bianchi. Le Nazioni Unite in passato hanno accusato il battaglione di violazioni dei diritti umani, quali torture e violenze sessuali. Sono emerse anche storie di italiani partiti per unirsi ad Azov, dal Piemonte e dalla Toscana, che avevano tutti alle spalle una militanza in movimenti neofascisti.

Dopo le denunce della rete sui social, la società di Zuckerberg ha iniziato a rimuovere i profili incriminati; a domenica 22 novembre ne sono state messe al bando circa 250 organizzazioni estremiste su Facebook e Instagram.

(Fonte foto: www.worldjewishcongress.org)