Il Chelsea inaugura una mostra dedicata agli atleti ebrei della Shoah

di Paolo Castellano

Roman Abramovich, imprenditore russo con passaporto israeliano e proprietario di uno dei club calcistici più prestigiosi al mondo,  il Chelsea F.C., ha inaugurato una toccante mostra sugli atleti ebrei che morirono durante la Shoah. L’esposizione 49 Flames – Jewish Athletes and the Holocaust è visitabile online ed è stata realizzata grazie alle opere dell’artista israeliano Solomon Souza e al contributo di Jewish News.

Come riporta il Jerusalem Post, l’idea di questa mostra è nata nel 2019, quando Abramovich ha incaricato Solomon Souza di creare un murale commemorativo per quei giocatori ebrei di calcio che vennero uccisi dai nazisti durante la Shoah. Il risultato finale è poi stato presentato durante un evento a Stamford Bridge.

Dunque, il Chelsea ha continuato a collaborare con Souza, chiedendogli di realizzare un progetto culturale più ampio: una mostra dedicata agli atleti ebrei scomparsi durante la Shoah. L’installazione artistica e la mostra digitale fanno parte della campagna Say No to Antisemitism promossa dal club inglese e finanziata da Roman Abramovich.

Il titolo 49 Flames (49 fiamme) è un riferimento al numero dei medagliati olimpici che vennero eliminati durante la Seconda guerra mondiale. Lo scopo della mostra è quello di raccontare la storia della Shoah attraverso lo sguardo di questi atleti ebrei. Tra le opere artistiche corredate da didascalie, sono presenti le vicende di Alfred Flatow e Gustav Felix Flatow, ginnasti ebrei che ottennero la medaglia d’oro durante le prime Olimpiadi moderne del 1896 tenutesi ad Atene. Nella selezione figura anche il profilo dell’ebrea Lilli Henoch che stabilì quattro record mondiali e vinse 10 campionati nazionali tedeschi di atletica leggera.

All’interno di 49 Flames: Jewish Athletes and the Holocaust sono anche presenti i contributi di importanti personalità che in questi anni hanno combattuto contro l’antisemitismo come il presidente d’Israele Reuven Rivlin, l’attivista Natan Sharansky, il presidente dell’Agenzia ebraica Isaac Herzog e altri.

La mostra virtuale può essere visitata qui.