Vandalizzata la sinagoga di Barcellona con la scritta “Palestina libera”, poco prima di Yom Ha Shoah

Mondo

di Roberto Zadik

La  sinagoga di Barcellona vandalizzata da ignoti lunedì 17 aprile, alla vigilia di Yom Ha Shoah, con la scritta “Palestina libera”

Perfino in ricorrenze luttuose, come Yom Ha Shoah, l’antisemitismo non si ferma e, lunedì 17 aprile, alcuni sconosciuti dal volto mascherato hanno deturpato i muri della Grande sinagoga di Barcellona con la scritta “Palestina libera”. La notizia è apparsa su vari siti internazionali, a cominciare da Jewish Telegraphic Agency che, in un articolo firmato da Gabe Friedman, riporta del ritrovamento non solo della scritta “Palestina libera dal fiume al mare; solidarietà con il popolo palestinese” ma anche di una lettera, estremamente minacciosa, ritrovata nelle vinanze dei graffiti.

Essa conterrebbe accuse di genocidio israeliano contro la popolazione palestinese criticando le “lobby catalane” per il sostegno ad Israele. Immediata la condanna delle organizzazioni ebraiche internazionali che hanno condannato questo grave episodio evidenziando il legame, spesso messo in discussione, fra antisionismo e antisemitismo, visto che proprio a Yom Ha Shoah gli attivisti propalestinesi si sono espressi contro Israele.

In tema di reazioni, riguardo all’accaduto, il Congresso Ebraico Europeo ha definito “oltraggioso” questo gesto. Pinchas Goldschmidt, ai vertici del Congresso Rabbinico Europeo, ha poi ipotizzato un legame fra il vandalismo degli attivisti propalestinesi e le dichiarazioni di Ada Colau, sindaco di Barcellona, che lo scorso febbraio aveva rinunciato al gemellaggio di Barcellona con Tel Aviv in quanto esso avrebbe “messo gravemente in pericolo la comunità ebraica della città”.

Goldschmidt, ex rabbino capo di Mosca, dopo aver abbandonato la capitale russa, successivamente all’invasione dell’Ucraina, ha espresso la propria indignazione per questa scelta del sindaco aggiungendo “a mio parere ogni caso di vandalismo e violenza potrebbe derivare da questa decisione”. L’articolo del JTA ha ricordato come il sindaco di Barcellona non si sia limitato a rinunciare al legame con Tel Aviv, iniziato nel lontano 1988, ma abbia espresso commenti sprezzanti contro Israele accusandolo di “apartheid” e di “sistematica violazione dei diritti umani”. Il giorno dopo, come per rimediare a queste dichiarazioni, il sindaco di Madrid Josè Luis Martinez Almeida ha lanciato l’idea di un gemellaggio fra Tel Aviv e la capitale spagnola.

Ma cosa significa la frase sul muro della sinagoga catalana “Palestina Libera dal fiume al mare?” Secondo l’interpretazione di alcuni citata nell’articolo di Gabe Friedman sul Jewish Telegraphic Agency, essa sarebbe una chiamata alla violenza per i palestinesi. Coniato nel 1964 dall’OLP, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, il termine inneggiava ad uno Stato palestinese che si estendesse dalle rive del Giordano al Mar Mediterraneo senza alcun controllo da parte di Israele; esso diventò uno slogan popolare usato da gruppi terroristici, come Hamas, che escludeva qualsiasi compromesso con lo Stato ebraico.