Un videogioco-thriller per la vittoria iraniana

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Presentato nei giorni scorsi in Iran dall’Unione degli Studenti Islamici, il videogioco “Special Operation 85: Hostage Rescue” conferma gli ormai ben noti punti di vista iraniani, dal nucleare all’avversione contro USA e Israele, attraverso un complicata missione virtuale che i giocatori devono portare a termine negli 8 livelli del gioco. Si parte in Iraq, nel momento in cui una giovane coppia di scienziati nucleari iraniani, in pellegrinaggio verso il tempio sciita di Karbala, viene catturata dagli americani, e a questo punto entra in scena l’agente speciale Bahman Nasseri, incaricato di liberare la coppia. La scena si sposta in Israele, dove i due prigionieri sono stati trasferiti: in pochi istanti, l’agente speciale non solo localizza il luogo dove gli scienziati sono rinchiusi, ma ritrova altri quattro prigionieri che, nella realtà, sono scomparsi durante la guerra libanese del 1982 e che Teheran ritiene siano ancora vivi. Il giocatore-agente speciale vincente, che si è sempre assicurato di avere sufficienti munizioni per l’AK-47 di produzione iraniana di cui è dotato e ha una buona mira, completerà gli 8 livelli del gioco uccidendo i soldati israeliani e americani e appropriandosi dei loro computers portatili per ottenere le informazioni con cui proseguire. Se, sfortunatamente, viene “ucciso” durante la missione, è invitato a riprovare, nel nome della “resistenza”. Il fantasioso videogame che, a parere dei creatori, non promuove il terrorismo, ha comunque il fine di divenire una linea-guida comportamentale per giovani, bambini e studenti.