di Nathan Greppi
Obiettivi di Henri Hamra, 48 anni, figlio dell’ex-Rabbino capo siriano Yosef Hamra: il rafforzamento dell’identità nazionale siriana, la promozione degli sforzi per ricostruire il paese dopo anni di guerra, oltre all’istituzione di un regime costituzionale basato sui principi di giustizia sociale.
Henri Hamra, figlio dell’ex-Rabbino capo siriano Yosef Hamra, ha annunciato la sua candidatura per un seggio da parlamentare alle prossime elezioni siriane. Lo riporta il Jerusalem Post. Le elezioni si terranno questa domenica, 5 ottobre, e il suo annuncio ha suscitato una notevole attenzione sui social media nel mondo arabo.
Nella sua piattaforma elettorale Hamra, 48 anni, delinea le sue posizioni principali, tra cui il rafforzamento dell’identità nazionale siriana, la promozione degli sforzi per ricostruire il paese dopo anni di guerra e l’accelerazione della crescita economica, oltre all’istituzione di un regime costituzionale basato sui principi di giustizia sociale. Ha inoltre sottolineato l’importanza di preservare il patrimonio nazionale e culturale della Siria e di espandere il dialogo con i siriani residenti all’estero.
Il programma elettorale di Hamra si basa su tre pilastri: “giustizia e cittadinanza”, ovvero pari diritti per tutti i siriani a prescindere da etnia o religione, promuovendo la riconciliazione nazionale; la “preservazione dell’eredità siriana”, ossia proteggere il lascito culturale delle tradizioni islamica, cristiana ed ebraica in Siria nonché rafforzare i legami tra gli ebrei siriani rimasti in patria e quelli emigrati all’estero; e la “rivitalizzazione dell’economia”, per la quale intende lavorare affinché vengano revocate tutte le sanzioni sulla Siria.
Hamra e suo padre hanno lasciato la Siria nei primi anni ‘90 per emigrare negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, dopo la caduta di Assad, è tornato per delle visite sotto il nuovo regime, con l’obiettivo di ricostituire la comunità ebraica locale.
Prima del 1947, quando iniziarono le persecuzioni antiebraiche, in Siria vivevano circa 30.000 ebrei, mentre all’inizio del 2025 risultavano esserne rimasti appena nove in tutto il paese. La candidatura di Hamra segna una svolta, in quanto finora la Siria aveva proibito agli ebrei di ricoprire cariche politiche sin dal 1967, anno della Guerra dei Sei Giorni.
Il suo non è l’unico caso di riavvicinamento degli ebrei siriani alla loro terra d’origine dopo la fine del regime di Assad: a febbraio, una delegazione di ebrei di origine siriana che vivono negli Stati Uniti si è recata in visita a Damasco, qualcosa che non si verificava da decenni.