La marcia dell'estrema destra a Varsavia

Polonia, in migliaia alla marcia di estrema destra per le vie di Varsavia fra urli e insulti razzisti e antisemiti

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
Una imponente marcia organizzata dall’estrema destra polacca si è mossa ieri per le vie di Varsavia, in occasione dell’11 novembre, festa dell’Indipendenza nazionale, anniversario della fine della Prima guerra mondiale e dell’occupazione della Polonia da parte della Russia zarista, della Prussia e dell’impero austro-ungarico. La manifestazione è stata indetta da varie organizzazioni radicali e nazionaliste polacche, che organizzano l’evento da una decina d’anni.

Secondo il Comune di Varsavia i partecipanti sono stati 47 mila, mentre gli organizzatori sostengono che a sfilare sarebbero state 150 mila persone. Riportano la stampa italiana e BBC News che era presente anche Forza Nuova. Il corteo è stato tenuto separato, con il supporto della polizia, dalla manifestazione ufficiale per l’Indipendenza promossa dal Governo, che ha lanciato messaggi pro-Europa e pro-diritti civili, intonando canzoni come Bella Ciao. A questa marcia hanno preso parte, a seconda delle fonti, da 10 mila a 15 mila cittadini.

Slogan e incitamenti all’odio e alla violenza sono stati invece scanditi dai partecipanti al corteo di destra, contrari all’Unione Europea, agli ebrei, agli omosessuali, ai migranti e ai rifugiati. “Gli ebrei vogliono derubare la Patria”, “fermiamo i circoli ebrei, vogliono rubarci 300 miliardi di dollari”, hanno urlato i manifestanti in riferimento alle richieste di risarcimento degli ebrei polacchi coinvolti nella Shoah. Come riporta oggi La Repubblica, in Polonia le famiglie ebraiche sono state espropriate prima dai nazisti poi dal 1968 dall’uomo forte antisemita del regime comunista, Mieczyslaw Moczar.

Tra gli altri slogan a cui la marcia ha dato voce si sono sentiti brani religiosi cristiani, come “prendi sotto la protezione l’intera nazione”, ma anche “no all’Unione Europea!”, “non vogliamo una Polonia islamica o laica, ma cattolica”, “no all’aborto” e “morte ai nemici della patria”, fra cui islamici, migranti, ebrei, comunisti e marxisti e chi non sostiene la famiglia tradizionale. Lo riporta oggi Il Post. Nel corso del corteo hanno risuonato scoppi di petardi e bengala, accompagnati da immagini che vanno dal pugno chiuso avvolto da un rosario, alle bandiere polacche bianche e rosse, alle bandiere dell’estrema destra locale con al centro un simbolo che ricorda la svastica. Per contro, sono state bruciate in pubblico le bandiere dell’Unione Europea.

Il parlamentare Robert Bakiewicz, leader di uno dei gruppi che hanno sfilato, ha detto: “Dobbiamo tornare alle nostre radici. Il nostro mondo ha abbandonato Dio e il cristianesimo”. “È la più grande manifestazione patriottica, anti-globalista e non politicamente corretta in Europa”, ha invece scritto su Twitter Krzysztof Bosak, deputato di estrema destra.

In Polonia, secondo alcune analisi, i toni si sono sempre più polarizzati da quando nel 2015 è al Governo il partito PIS, Diritto e Giustizia, che è a favore del rilancio dei valori patriottici e cattolici nella vita pubblica e contrario al liberalismo occidentale. “La nostra nazione ha una missione e deve realizzarla” aveva detto il leader del PIS Jaroslaw Kaczynski domenica scorsa, come riporta l’agenzia Reuters. “La nostra missione è sostenere tutto ciò che è alla base della nostra civiltà cristiana”. 

Riporta sempre Reuters che un’altra marcia di estrema destra, organizzata l’11 novembre nella città sud-occidentale di Wroclaw, è stata invece fermata e disciolta poco dopo l’inizio dalle autorità cittadine, per evidenze di razzismo. Questa “marcia è stata sciolta (…) a causa di discorsi di odio e di antisemitismo e per via dell’uso di materiali pirotecnici” ha scritto su Facebook il vicepresidente del Consiglio comunale di Wroclaw, Bartlomiej Ciazynski. Secondo l’agenzia di stampa statale polacca PAP, la polizia ha usato degli idranti per disperdere i partecipanti alla marcia, contati in diverse centinaia di persone.