Nella Silicon Wadi anche l’ambiente è “innovazione”

Mondo

di Nathan Greppi

Ricerche, scoperte, start up a tema green.

Trovandosi in un territorio ad alte temperature, e quindi più esposto di altri ai danni del cambiamento climatico, Israele ha dovuto cercare delle soluzioni al problema, che fossero valide sia a livello nazionale che globale.
Per cominciare occorre ricordare che fu proprio in seno al Movimento Sionista che nel 1901 nacque, a Basilea, il KKL (Keren Kayemeth LeYisrael), che si può considerare a tutti gli effetti uno dei primi movimenti ecologisti dell’età contemporanea. Dalla sua fondazione, il KKL ha piantato oltre 240 milioni di alberi in Israele, e proprio sulla piantagione di alberi vorrebbe puntare per contrastare gli eccessi di anidride carbonica nell’atmosfera: il 24 novembre 2019, nel corso della Conferenza Israeliana sul Clima che nel 2019 è arrivata alla sua quarta edizione, il capo degli scienziati del KKL Doron Markel ha spiegato come le foreste piantate dall’associazione ogni anno assorbano circa un milione di tonnellate di anidride carbonica, circa il 5% di tutta quella emessa. Markel ha aggiunto che i ricercatori del KKL stanno anche elaborando vari sistemi per rendere le foreste e gli alberi più resistenti alla siccità e alla diminuzione delle piogge.
Un altro problema molto sentito in Israele è la crescente scarsità di acqua: una possibile soluzione consiste in un generatore chiamato Genny e inventato dalla società israeliana Watergen, che può ricavare acqua pulita direttamente dall’atmosfera: esso cattura l’aria, la ripulisce da polvere e minerali nocivi tramite un filtro al suo interno, e infine la condensa. Attualmente il generatore è in grado di produrre fino a 5.000 litri di acqua pulita al giorno, ed è stato inserito dalla rivista TIME tra le 100 migliori invenzioni al mondo. Nei primi mesi del 2019, alcuni apparecchi sono stati donati a paesi come Brasile, India, Vietnam e Sierra Leone; inoltre, nel 2018 è stato usato da chi si occupava dei soccorsi durante gli incendi in California e ha fornito acqua pulita a chi è rimasto senza casa per via delle alluvioni in Texas e in Florida. A dicembre, poi, Genny è stato portato anche a Gaza per fornire acqua pulita agli abitanti.

Nel campo del riciclo, invece, la società israeliana UBQ ha recentemente creato dei bidoni ecosostenibili riciclando rifiuti domestici, detti UBQ Material, e nell’agosto 2019 ha siglato un accordo per fornirne oltre 2.000 allo stato americano della Virginia.
L’impegno di Israele si riflette anche nelle cooperazioni internazionali: nel maggio 2017, ad esempio, venne costruito il primo satellite israeliano per la ricerca ambientale, chiamato Venus, e fu il frutto di una collaborazione tra l’Industria Aerospaziale Israeliana e il CNES, l’agenzia spaziale francese. E nell’agosto dello stesso anno fu lanciato nello spazio dalla stazione spaziale di Kourou, nella Guyana Francese, grazie a un razzo di produzione italiana, detto Vega. Il Venus deve occuparsi di monitorare la vegetazione e i cambiamenti del suolo terrestre, e la sua missione dovrebbe terminare a fine 2021.