Joseph Neumann, in coma dopo l'attacco a Monsey

Monsey una settimana dopo. Una vittima ancora in condizioni molto gravi

Mondo

di Roberto Zadik
Nuovi particolari e notizie a pochi giorni dal terribile attacco di sabato 28 dicembre, in cui il criminale Thomas Grafton ha fatto irruzione a casa del rabbino Chaim Rottemberg situata nella Comunità ortodossa newyorchese di Monsey, ferendo a colpi di machete cinque persone.

Secondo diverse fonti americane, come i siti della Cbs e di Fox News una di queste Josef Neumann, padre di sette figli, sarebbe in grave pericolo. Stando a quanto rivela il New York Times l’aggressore si sarebbe introdotto a casa del Rav quando i lumi di Channukka stavano ancora brillando nella settima sera della festività. Un episodio estremamente drammatico e avrebbe potuto essere ancora peggio, se i presenti a casa del Rav, anche se sconvolti per quanto stava accadendo, non avessero avuto la forza di reagire all’aggressione, scagliando contro l’intruso alcuni oggetti e mobili costringendolo a fuggire. In preda a una furia omicida, Grafton, stando a quanto racconta la polizia, col volto coperto da una sciarpa avrebbe cominciato “a agitare il suo machete cercando colpire a caso chiunque gli capitasse nelle vicinanze” racconta il 32enne Josef Gluck, presente sul luogo dell’aggressione. Ancora terrorizzato ha ricordato che egli ha detto avvicinandosi a lui con tono minaccioso “Hey, ti prenderò” mentre la gente rapidamente cercava di scappare da quella stanza. Gluck prendendo con sé un bambino piccolo ha tentato di salvarsi assieme a lui nascondendosi in un balconcino sul retro. Successivamente ha preso coraggio decidendo di tornare nella stanza dove c’era l’aggressore e tirandoli addosso un antico tavolo da caffè.

Ma come è riuscita la polizia a rintracciare il colpevole del massacro per poi arrestarlo qualche ora dopo a Harlem? Secondo la sua ricostruzione dei fatti, Gluck sarebbe riuscito a fotografare la targa di Grafton consegnandola alla polizia. Ignote le motivazioni della violenza di Grafton e come mai abbia scelto proprio la casa del rabbino come suo bersaglio. Le prime ipotesi sarebbero, come si sente dire spesso e volentieri in vasi casi di violenze antisemite e di terrorismo, quelle di follia senza un altro movente.   Secondo due amici della famiglia di Grafton che egli soffra “di disturbi mentali compresa la schizofrenia” . Il movente però, secondo altre fonti, sembra proprio essere l’antisemitismo.

Thomas Grafton antisemita?

Il sito della Cbs ha specificato alcuni particolari interessanti evidenziando la spietatezza dell’aggressore e avviando l’ipotesi concreta che si tratti di un gesto fortemente antisemita sostenuta dai resoconti delle vittime. Prima di scagliarsi contro i presenti egli avrebbe gridato “non rimarrà più nessuno” e in seguito la polizia ha trovato nella sua macchina il machete macchiato di sangue e alcune scritte antisemite a casa di Grafton a Greenwood Lake e diversi messaggi sul suo telefono compreso “Perché Hitler odiava gli ebrei”. “I Chassidim di Monsey sono facilmente riconoscibili in quanto ebrei e per questo più facili da individuare e da attaccare” queste le motivazioni secondo le accuse. In merito ai feriti, in seguito ai vari colpi di Machete sferrati da Grafton  quattro persone su cinque hanno riportato lacerazioni profonde  e una di queste, Joseph Newman è in una situazione molto difficile.

Josef Neumann in coma: la lettera della famiglia sui social

Secondo i suoi figli, i medici e il resoconto della Cbs e di Fox News, Grafton avrebbe massacrato il 71enne Josef Neumann con una serie di colpi di machete e la “lama sembra essere entrata nel cranio arrivando al cervello” dopo averlo ferito in diverse parti del corpo “fra cui il collo e il braccio destro”. In un messaggio sui social la famiglia di Neumann (in cui ha pubblicato una foto dell’uomo ferito in ospedale) ha invitato a mobilitarsi contro l’antisemitismo e a “raccontare la propria esperienza” affermando che “non lasceremo che questa orribile violenza venga dimenticata”. Nonostante questa combattività, le condizioni di Josef Neumann sembrano davvero preoccupanti e anche i dottori “non sono ottimisti che il paziente “ padre di sette figli e con diversi fratelli e nipoti “possa riprendere conoscenza”.

Qui il testo della bella lettera dei figli pubblicata su Facebook: “Nostro padre è stato duramente colpito durante la strage di sabato sera con tre colpi alla testa, uno al collo e l’altro al braccio destro in condizioni talmente grave da essere ritenuto non operabile. Secondo i dottori se miracolosamente dovesse riprendersi resterebbe semi paralizzato e danneggiato nella parola. Ringraziamo chi ci ha contattato per le preghiere e il sostegno e per favore continuate a pregare per Yehosef Ben Perel. Non permetteremo che questo terribile atto di odio venga dimenticati e lasciateci lavorare per sradicare tutte le forme di odio”.