Il palazzetto dello sport sovietico costruito su un antico cimitero ebraico a Vilnius

Lituania: antico cimitero ebraico rischia di scomparire definitivamente sotto a un nuovo centro conferenze

Mondo

di Nathan Greppi
Lunedì 15 aprile la EFHR, un’associazione lituana per i diritti umani, ha sporto reclamo presso il tribunale di Vilnius per impedire al governo lituano di costruire un centro conferenze sulle macerie di un cimitero ebraico: “Membri attivi della comunità ebraica, attivisti lituani non ebrei per i diritti umani, e persone di origini ebraico-lituane nel mondo hanno cercato per anni di attirare l’attenzione delle autorità per un progetto che causerebbe un danno inenarrabile alla reputazione della Lituania e darebbe il via libera a un centro per conferenze dove molte persone coscienziose, per principio, si rifiuterebbero di entrare negli anni a venire,” si legge nella dichiarazione dell’EFHR.

Secondo Algemeiner il cimitero, usato tra il ‘400 e i primi dell’800, quando gli ebrei prosperavano in Lituania, fu distrutta dalle autorità sovietiche nel 1949 per fare spazio a un campo da calcio. Nel 1972, lo stadio fu convertito in un “palazzo dello sport” (nella foto) Dopo il crollo dell’URSS, la struttura è rimasta abbandonata per molti anni finché, nel 2016, il governo lituano ha annunciato di voler costruire su quel terreno un centro conferenze spendendo milioni di euro.

Tra coloro che protestarono contro la decisione del governo vi fu l’allora Rabbino Capo d’Israele David Lau, che nel gennaio 2018 inviò una lettera al Presidente lituano Dalia Grybauskaitè, ricordandole che il sito “contiene i resti e i corpi di decine di migliaia di ebrei.” Rav Lau ha continuato dicendole: “Mi appello a lei affinché faccia il possibile per prevenire qualunque danno ai martiri d’Israele e a coloro che sono sepolti lì e per non profanare questo sacro cimitero.”

La protesta si è diffusa a livello internazionale, tanto che negli USA 12 deputati e 3 senatori hanno inviato lettere di protesta al governo lituano. Tuttavia, nella sua dichiarazione di lunedì l’EFHR dice che le proteste “sono state ignorate dalle autorità e restano senza risposte significative.” Inoltre, è emerso che la Turto bankas, la banca di stato lituana, intende contribuire al finanziamento dei lavori per il nuovo centro.

Prima della guerra vivevano 100.000 ebrei a Vilnius, ma di questi solo 24.000 sopravvissero ai campi di concentramento. Oggi nella capitale lituana vivono circa 5.000 ebrei, su un totale di 6.500 in tutto il paese, di cui 200 sono superstiti della Shoah.