La Commissione d’inchiesta ONU critica Israele ma si scorda di Hamas e del terrorismo palestinese

Mondo

di Paolo Castellano

Il 20 ottobre, la Commissione d’inchiesta dell’ONU sulla violazione dei diritti umani in Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, ha pubblicato un secondo report accusando Israele di aver violato il diritto internazionale. Lo riporta Israel National News.

Nel suo documento, la commissione guidata dal precedente funzionario dei diritti umani ONU, Navi Pillay, ha chiesto durante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di porre fine alla “permanente occupazione” dei territori arabo palestinesi da parte di Israele e chiede che i diversi stati membri dell’ONU procedano nei confronti dei leader israeliani.

Il report di 28 pagine, che sarà presentato il 27 ottobre all’Assemblea Generale dell’ONU, accusa Israele di “violazione del diritto internazionale rendendo permanente il suo controllo sulla Cisgiordania” e di “annessione delle terre considerate palestinesi di Gerusalemme e della Cisgiordania, e anche il territorio siriano sulle alture del Golan”.

«Le azioni di Israele, costituite de facto, includono l’espropriazione del territorio e le risorse naturali, la creazione di insediamenti e avamposti, il mantenimento di un piano restrittivo e discriminatorio e la costruzione di un regime per i palestinesi e l’estensione extraterritoriale della legge israeliana agli insediamenti israeliani in Cisgiordania», le accuse del documento.

Inoltre, il report ONU accusa Israele di portare avanti “politiche discriminatorie contro i cittadini arabi, depredando le risorse naturali e commettendo violenze contro le donne palestinesi”.

Gli autori invocano un urgente parere consultivo dalla Corte Internazionale di Giustizia “sulle conseguenze legali del continuo rifiuto di Israele di fermare la sua occupazione”, e un’investigazione di un pubblico ministero della Corte Penale internazionale.

Il precedente report della Commissione d’inchiesta, rilasciato lo scorso giugno, ha accusato Israele di “crimini di guerra” durante l’Operazione Guardiani delle Mura del maggio 2021.

Il documento è stato condannato da Israele e anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

In risposta all’inchiesta del 20 ottobre, la delegazione ONU di Israele ha rilasciato una dichiarazione: «I commissari che hanno fatto commenti antisemiti e che hanno partecipato proattivamente nell’attivismo anti-israeliano, entrambe le cose prima e dopo tali cariche, non hanno nessuna legittimità e nemmeno credibilità riguardo alla questione».

La dichiarazione aggiunge che l’inchiesta continua “a danneggiare la credibilità delle Nazioni Unite e i suoi meccanismi dei diritti umani”. La delegazione ha sottolineato che il documento non menziona Hamas e gli atti di terrorismo.

Pillay, che è stata nominata capo della Commissione d’inchiesta nel luglio del 2021, ha una storia di dichiarazioni anti-israeliane.

Nel 2014, ha criticato Israele per “aver bersagliato” le scuole e gli ospedali avviati dall’ONU a Gaza, mentre ha omesso di menzionare tre scuole ONU a Gaza che sono sono state utilizzate come depositi di razzi, una clamorosa violazione del diritto internazionale che chiaramente fa parte della categoria dei crimini di guerra.

Settimane prima, Pillay aveva aperto un dibattito ONU d’emergenza a Gaza dicendo che c’era una “forte possibilità” che Israele stesse violando il diritto internazionale a Gaza, e che ciò sarebbe potuto equivalere a crimini di guerra.