Jeremy Corbyn, il discusso leader laburista, perde la fiducia dei suoi. Ma c’è chi parla di ‘complotto sionista’…

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di Nathan Greppi

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Jeremy Corbyn, leader del partito laburista britannico

Martedì 28 Giugno i membri del Partito Laburista Britannico hanno votato la sfiducia al loro leader Jeremy Corbin con un margine di 172 voti contro 40 a suo favore. La votazione è arrivata dopo che quasi tutti i membri del consiglio di Corbyn hanno dato le dimissioni. Sebbene il voto non sia definitivo e Corbyn abbia deciso di non volersi dimettere, ciò potrebbe portare a una frattura senza precedenti all’interno del Partito.

Nel frattempo, il leader laburista ha ormai perso da tempo la fiducia delle Comunità Ebraiche Britanniche. Secondo quanto riportato su Tablet Magazine Corbyn, prima di diventare leader del partito, è stato coinvolto in numerose controversie:

  • Per 15 anni ha fatto donazioni ed è apparso agli eventi del gruppo di pressione di Paul Eisen, un blogger negazionista dell’Olocausto che è stato criticato anche da molte ONG filopalestinesi, e i cui scritti sono state tradotti anche sul sito negazionista italiano Olodogma;
  • ha preso le difese di Stephen Sizer, un pastore anglicano che ha accusato il Mossad di essere dietro agli attentati dell’11 Settembre, e per questo è stato espulso dalla sua chiesa;
  • Ha più volte elogiato il leader del Movimento Islamico in Israele Raed Salah, il quale ha anch’egli accusato Israele di aver distrutto le Torri Gemelle e ha più volte istigato i suoi sostenitori alla rivolta armata;
  • Ha invitato a un dibattito l’attivista belga-libanese Dyab Abou Jahjah, il quale aveva definito gli attentati dell’11 settembre “una dolce vendetta” e ha dichiarato che “l’Europa ha fatto del culto dell’Olocausto e dell’adorazione degli ebrei la sua religione alternativa”.
  • Ha promosso numerose campagne per far rilasciare di prigione i terroristi Jawad Botmeh e Samar Alami, che nel Luglio 1994 hanno fatto esplodere l’ambasciata israeliana e la sede di un importante organizzazione di beneficenza ebraica.

Subito dopo che Corbyn è stato eletto leader del partito, è stata riscontrata un enorme crescita dell’antisemitismo nella cerchia dei suoi seguaci più fedeli. Molti membri del partito sono stati sospesi per aver postato materiale antisemita nei social network. Tra questi, alcuni sostenevano che l’ISIS lavorasse per Israele e che dei banchieri ebrei tramassero per dominare il Regno Unito. In particolare, l’ex-sindaco di Londra Ken Livingstone è stato espulso dal partito dopo aver affermato che “Hitler era sionista”.

A cause di questi scandali molti ebrei laburisti hanno iniziato a prendere le distanza dal partito. “Il Labour ha problemi di antisemitismo e un leadre a cui non sembra importare” ha scritto Robert Shrimsley, un giornalista che scrive per il Financial Times. “Finora  il mio background religioso non ha mai influenzato il mio voto. Ma il Signor Corbyn mi ha trasformato in un ‘ebreo politico’. Io, come molti ebrei britannici, mi immagino come doveva sentirsi la comunità gay quando Margaret Thatcher emanò l’omofobo Paragrafo 28: come se uno dei due grandi partiti si sia rivoltato contro di me”.

Critiche analoghe sono state scritte da Jonathan Freedland sul The Guardian: “La domanda ora è se al Labour interessi tutto ciò. A quelli che sono in cima, forse no. Ma appare come una perdita dolorosa per una piccola comunità che un tempo vedeva il Labour come la propria casa, e che sta arrivando alla conclusione che il Labour sta diventando un luogo inospitale per gli ebrei”.

Tuttavia non sono state le compagnie che frequentava o la sua ostilità nei confronti dei giornalisti che lo criticavano. Infatti, ciò che ha portato i laburisti a rivoltarsi contro Corbyn è stata quella che è stata percepita come una riluttanza a far restare il Regno Unito nell’UE. Egli infatti, pur sostenendo il Remain, si era rifiutato di creare un fronte unico bipartito con David Cameron contro la Brexit. Oggi ogni singolo membro laburista del Parlamento Europeo gli ha chiesto di dare le dimissioni in una petizione.

Nonostante le motivazioni per cui gli è stato chiesto di dimettersi, alcuni dei suoi sostenitori più accaniti ha iniziato a parlare di “complotto sionista”. La deputata laburista Jess Phillips, per esempio, si è vista arrivare un’ email anonima in cui veniva accusata “di essere stata comprata con denaro sionista”.

Da parte sua, Corbyn ha dichiarato di voler rimanere nella propria posizione. Ma il suo approccio verso l’antisemitismo è stato criticato anche da Sadiq Khan, l’attuale sindaco di Londra, che ha dichiarato di voler essere “il sindaco londinese che si sia battuto maggiormente contro l’antisemitismo”.