Il sindacato inglese degli insegnanti è “istituzionalmente antisemita”

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Ebrei banditi in quanto israeliani: è dunque questa la nuova frontiera dell’antisemitismo, quella contro cui Ronnie Fraser e l’Academic Friends of Israel (AFI) si stanno battendo da diversi anni  e che ora hanno portato in tribunale niente meno che il sindacato insegnanti inglese, con l’accusa di violazione dell’Equality Act del 2010 che vieta la discriminazione su base etnico-religiosa.

Nel corso della prima udienza Ronnie Fraser, lecturer di matematica al Barnet College di Londra e direttore dell’AFI,  ha dichiarato senza mezzi termini che in Gran Bretagna il sindacato insegnanti  (il Nafthe) è “istituzionalmente antisemita”.

La causa è partita dopo che l’anno scorso l’Unison, il maggiore sindacato britannico del settore pubblico, si oppose alla partecipazione di Moty Cristal, docente dell’Università di Tel Aviv ed esperto di negoziati e gestione e risoluzione dei conflitti, ad un convegno organizzato all’Università di Manchester. La protesta del sindacato fu così forte e pressante da spingere l’università a ritirare l’invito al docente israeliano. Di qui  la decisione di Fraser di passare alle vie legali.

A proposito di questa vicenda e più in generale del boicottaggio inglese nei confronti di Israele,  Yehezkiel Teler, presidente del Consiglio per l’istruzione superiore in Israele, ha osservato che esso “ricorda il boicottaggio nazista”.

Che l’antisemitismo sia diffuso negli ambienti accademici britannici, lo confermano non solo i casi di Moty Cristal, o di Benny Morris, violentemente contestato lo scorso anno alla London School of Economics, ma anche affermazioni come quelle di Tom Hickey, docente di filosofia dell’università di Brighton, secondo il quale “la maggior parte degli accademici israeliani sono complici” della politica israeliana nei confronti del popolo palestinese.

La rottura fra il mondo accademico inglese e lo Stato di Israele è avvenuta dopo che il sindacato insegnanti inglese ha approvato il boicottaggio delle università e delle istituzioni accademiche israeliane che non dichiarino apertamente di opporsi alla “politica di apartheid” di Israele nei confronti dei palestinesi.