Gli schermidori svizzeri danno le spalle durante l’inno di Israele

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di Nina Prenda
Durante la premiazione degli Europei di scherma Under 23 in Estonia – in cui la medaglia d’oro va agli israeliani, agli svizzeri quella d’argento e un bronzo per gli italiani – al momento di ascoltare l’inno nazionale israeliano, i componenti della squadra elvetica non si sono girati, come invece prevede il memoriale.

La squadra elvetica “rompe” il cerimoniale di premiazione e non si volta per ascoltare l’inno ufficiale israeliano. A Tallin, in Estonia, «è una vergogna» secondo il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar che tuona con queste parole riguardo ad un affare tra spadaccini avvenuto nella mattinata di domenica 27 aprile.

Tutto accade durante la premiazione degli Europei di scherma Under 23 che si sono tenuti in Estonia: la medaglia d’oro va agli israeliani, agli svizzeri quella d’argento e un bronzo per gli italiani. Ma quando è il momento di ascoltare l’inno nazionale israeliano, il cerimoniale di premiazione prevede che sul podio le squadre si voltino per sentire la melodia ufficiale: i quattro schermidori d’Israele ovviamente non si sottraggono al rito e così fanno pure gli italiani. Rimangono ritti, invece, e con lo sguardo fisso davanti a sé, lungi dal compiere una benché minima rotazione del corpo, i componenti della squadra elvetica.

Il comportamento viene visto come un affronto da parte di Israele, il cui ministro degli Esteri interviene con una dichiarazione che rischia di far scoppiare un caso diplomatico: «Avete disonorato e messo in imbarazzo il Paese che avreste dovuto rappresentare», afferma il ministro Saar rivolgendosi alla Svizzera. Lo scrive sul suo profilo X «Congratulazioni alla squadra israeliana di scherma Under 23 per la medaglia d’oro agli Europei. Congratulazioni anche alla squadra italiana per la medaglia di bronzo. Vergogna alla squadra svizzera per il vostro comportamento irrispettoso. Non sapete come perdere e avete disonorato e messo in imbarazzo il Paese che avreste dovuto rappresentare» affonda il ministro degli Esteri del governo Netanyahu, rivolgendosi ai quattro moschettieri rosso crociati Ian Hauri, Theo Brochard, Jonathan Fuhrimann e Sven Vineis. È stato critico anche l’allenatore israeliano Alexander Ivanov, che ha espresso delusione per il comportamento dei secondi classificati e si è rammaricato che un momento di trionfo sportivo si sia trasformato in una piattaforma per ostilità politiche. «Per noi lo sport dovrebbe unire le persone, non dividerle», ha aggiunto un rappresentante della Federazione israeliana di scherma.