È ufficiale: Israele sigla con l’Egitto un accordo di 34,7 miliardi di dollari sul gas

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di Nina Prenda
Nei primi quattro anni lo Stato incasserà circa 500 milioni di shekel all’anno (155 milioni di dollari), cifra destinata a crescere progressivamente fino a raggiungere i 6 miliardi di shekel (1,9 miliardi di dollari) annui entro il 2033.

 

Dopo le prime indiscrezioni, arriva l’ufficialità: Israele ed Egitto siglano un’intesa definita “storica” sul gas.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato mercoledì 17 dicembre 2025 l’approvazione di quello che ha definito «il più grande accordo energetico nella storia di Israele»: un’intesa sul gas naturale del valore complessivo di 112 miliardi di shekel, pari a circa 34,7 miliardi di dollari, che prevede forniture al mercato egiziano attraverso la società americana Chevron e partner israeliani.

In una dichiarazione video congiunta con il ministro dell’Energia Eli Cohen, Netanyahu ha sottolineato l’impatto economico dell’accordo: 58 miliardi di shekel (circa 18 miliardi di dollari) finiranno direttamente nelle casse pubbliche. Nei primi quattro anni lo Stato incasserà circa 500 milioni di shekel all’anno (155 milioni di dollari), cifra destinata a crescere progressivamente fino a raggiungere i 6 miliardi di shekel (1,9 miliardi di dollari) annui entro il 2033.

«Queste risorse rafforzeranno istruzione, sanità, infrastrutture, sicurezza e il futuro delle prossime generazioni», ha affermato il premier, precisando di aver dato il via libera all’intesa solo dopo aver verificato che fossero garantiti gli interessi vitali di Israele. Netanyahu ha inoltre assicurato che le aziende coinvolte saranno obbligate a vendere gas anche al mercato israeliano «a un buon prezzo». Con una metafora simbolica, ha concluso: «Abbiamo portato un’altra brocca d’olio alla nazione di Israele», richiamando il miracolo di Hanukkah.

Accanto a lui, il ministro Cohen ha parlato di «un momento storico», definendo l’accordo il più grande mai concluso da Israele sul fronte delle esportazioni. «Il gas naturale è una risorsa strategica», ha ribadito, sottolineando il valore politico oltre che economico dell’intesa.

L’annuncio arriva dopo mesi di incertezze. Già ad agosto la società israeliana NewMed Energy aveva comunicato la firma preliminare di un accordo da circa 35 miliardi di dollari per la fornitura di gas all’Egitto. Tuttavia, l’iter si era arenato quando Cohen aveva inizialmente rifiutato di concedere l’approvazione governativa, lamentando l’assenza di garanzie su prezzi equi per i consumatori israeliani e paventando il rischio di un’eccessiva erosione delle riserve nazionali, con conseguenze sulla sicurezza energetica.

Sul dossier avrebbe pesato anche la pressione degli Stati Uniti. Secondo fonti riportate da Axios, Washington avrebbe svolto un ruolo chiave nel favorire l’intesa, al punto che il segretario all’Energia statunitense Chris Wright avrebbe annullato una visita ufficiale in Israele lo scorso ottobre dopo il temporaneo stop imposto da Cohen. L’interesse americano è legato alla volontà di rafforzare i rapporti tra Israele ed Egitto attraverso interessi economici condivisi, soprattutto dopo il raffreddamento delle relazioni seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e alla guerra a Gaza.

«L’accordo rafforza in modo significativo la posizione di Israele come superpotenza energetica regionale e contribuisce alla stabilità dell’area», ha sostenuto Netanyahu, aggiungendo che l’intesa potrebbe incoraggiare altri Paesi a investire nell’esplorazione di gas nelle acque israeliane. Secondo Axios, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump starebbe lavorando per mediare un vertice tra Netanyahu e il presidente egiziano Abdel-Fattah el-Sissi; la firma di un accordo strategico sul gas sarebbe una delle principali concessioni richieste per favorire l’incontro.

In una nota diffusa mercoledì sera, NewMed Energy ha confermato di aver ricevuto l’autorizzazione all’esportazione di gas verso l’Egitto, aprendo la strada all’attuazione dell’accordo. «È un giorno storico per il settore del gas naturale», ha dichiarato l’amministratore delegato Yossi Abu, «che garantisce investimenti continui in Israele e stabilità normativa per gli anni a venire».

Negli ultimi anni sia Israele sia l’Egitto sono emersi come attori di primo piano nel mercato del gas grazie a importanti scoperte offshore. Oggi il gas israeliano copre tra il 15 e il 20 per cento del consumo egiziano, secondo i dati della Joint Organization Data Initiative. C’è da sottolineare, però, che all’inizio dell’anno il Ministero delle Finanze israeliano ha avvertito che, con l’attuale ritmo di crescita della domanda interna e delle esportazioni, il Paese potrebbe trovarsi ad affrontare una carenza di gas nei prossimi 25 anni, con il rischio di un aumento dei prezzi dell’elettricità.

Il giacimento di Leviathan, una delle più grandi scoperte di gas in acque profonde al mondo, rifornisce il mercato interno israeliano dal dicembre 2019. Le esportazioni verso l’Egitto sono iniziate nel gennaio 2020, in base a un accordo per 60 miliardi di metri cubi da completare entro i primi anni del prossimo decennio. A settembre 2025, Leviathan aveva già fornito al mercato egiziano 23,5 miliardi di metri cubi di gas.