Donazione di organi

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Con la legge del 1° aprile 1999 n. 91 si chiedeva ai cittadini italiani di esprimere la propria volontà a proposito della donazione di organi a scopo di trapianto. In quell’occasione l’Assemblea dei Rabbini d’Italia si pronunciò a favore di quel gesto di generosità, rifacendosi tuttavia, nel documento emesso, all’orientamento del Rabbinato centrale di Israele che stabiliva criteri assai più rigorosi delle normative italiane relativamente all’espianto di cuore e fegato, e suggeriva agli ebrei italiani che desiderassero autorizzare l’espianto di aggiungere alla formula di consenso la condizione che l’accertamento del decesso avvenisse con modalità tecniche indicate dall’Assemblea stessa.

Questo argomento è tornato d’attualità in quanto soprattutto in Israele il basso numero di donazioni diminuisce la probabilità di trovare per il ricevente un organo confacente.

Come mai molti accettano di ricevere donazioni di organi, ma rifiutano a loro volta di diventare donatori? La donazione invece è un atto di grande solidarietà e la necessità di salvare una vita umana appare più importante della possibile offesa all’integrità del cadavere.

Per incoraggiare possibili donatori a destinare i propri organi al trapianto, il direttore di un organismo deputato a questo problema, la Società Halachica dei donatori di organi, Robert Berman, spiega che la legge ebraica non solo permette la donazione, ma anche richiede espressamente di salvare le vite umane quando si può. La responsabilità di salvare una vita viene prima di ogni altra considerazione, dice Berman. “Dio e la Torah e la Halachah ci comandano di mangiare maiale il giorno di Kippur se ciò può salvare una vita: salvare una vita ha la precedenza su 610 dei 613 comandamenti della Torah (le uniche eccezioni essendo i divieti contro l’idolatria, l’adulterio e l’assassinio).

Anche una certa superstizione contribuisce a dissuadere da questa delicata decisione: molti ritengono infatti che siccome in tempi messianici avverrà la risurrezione dei morti si deve venir sepolti col corpo intatto per poter rivivere. E’ una credenza suggestiva ma che non ha alcuna base: i corpi si deteriorano naturalmente dopo la sepoltura e poi molti muoiono col corpo sfigurato. “Dio provvederà a darvi nuovi organi al momento della resurrezione”.

A turbare molte coscienze vi è poi il problema dell’accertamento del momento preciso della morte. C’è un dibattito fra i rabbini per stabilire se la morte cerebrale significa morte o se la vita continua fino a quando il cuore non smette di battere, anche con l’ausilio di supporti artificiali. Pertanto è consentito specificare che l’espianto può avvenire solo dopo la morte cardiaca. Questo dibattito halachico è importante in quanto se la legge ebraica considera ancora viva una persona, allora l’espianto d’organi equivarrebbe a un atto di uccisione ed è necessario precisare l’esatto momento della morte al fine di non compiere un omicidio.

Per aumentare il numero delle donazioni si è avanzata la proposta della possibilità di legalizzare la vendita di organi per non dover contare unicamente su gesti altruistici, il che a sua volta solleverebbe tutta una serie di problemi, etici e giuridici, fra cui anche quello di ‘pagare’ per ricevere un organo. Ma come è già successo per la donazione di sangue negli Usa, la commercializzazione potrebbe far diminuire o addirittura cessare la donazione volontaria.

Recentemente si è letto sui nostri giornali di viaggi della speranza, sia da parte di chi è in attesa di un trapianto sia da parte di chi spinto dall’estrema miseria vende parte di sé per poche migliaia di euro. La maggior parte dei donatori proviene dai paesi dell’ex Unione Sovietica. I clienti del nuovo business provengono da Israele e dall’Europa e il trapianto avviene in Turchia (Istanbul) e in Estonia (Tallin).

Sotto il profilo giuridico in molti paesi il commercio di organi è vietato: il 14 settembre 1993 il Parlamento europeo ha sancito il principio dell’anonimato e della gratuità della donazione, ma non esiste una normativa internazionale volta a perseguire ogni illecito. Tuttavia l’umano desiderio di sopravvivenza e le tecniche moderne unitamente all’estrema miseria di chi è disposto a privarsi di un organo congiurano per far proliferare questo tragico mercato.