“Criticare Israele non è antisemitismo” e bloccano il concerto del KKL

Mondo

Scene d’altri tempi, di intolleranza e violenza, cui oggi assistiamo sempre più spesso in Europa. Lo scenario questa volta è Berlino.
Lo scorso 4 ottobre, un concerto del KKL tedesco è stato brutalmente interrotto dall’irruzione in sala di un gruppo di attivisti filopalestinesi al grido di
“Free Palestine” e di altre frasi dirette contro Israele e la sua politica “di apartheid e oppressione”.
Come si legge nel comunicato del gruppo Direct Action Berlin che ha pubblicato il video dell’azione, le persone presenti al concerto avrebbero risposto alle proteste non-violente dei manifestanti filopalestinesi, “trattandoli come criminali” e dimostrando, si legge ancora “che lo Stato di Israele e il suo partner tedesco non sono in grado di trattare con la Resistenza non-violenta”.  “Ancora una volta – prosegue il comunicato – si è gridato all’antisemitismo. Ma resistere all’apartheid non è antisemitismo. Resistere ai  crimini di guerra non è antisemitismo. Criticare Israele non è antisemitismo”.

Le immagini che seguono, diffuse dagli attivisti stessi di Direct Action Berlin, per fortuna, sono qui a testimoniare, come sono andate effettivamente le cose, a dire chi ha agito con violenza, chi e come è stato trattato come un criminale.

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