Addio a Yitzhak Shamir

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Combattente dell’Irgun, agente del Mossad, deputato alla Knesset, leader del Likud, Ministro degli Esteri e poi due volte Primo Ministro – fra il 1984 e 1985 e poi dal 1986 al 1994. E’ stata una vita lunga e spesa quasi tutta al servizio di Israele quella di Ytzhak Shamir che è morto ieri all’età di 96 anni dopo una lunga malattia.
Alla notizia della scomparsa, il premier Benjamin Netanyahu lo ha ricordato come uno dei fondatori dello Stato di Israele: “Yitzhak Shamir appartiene alla generazione dei giganti che hanno fondato lo Stato di Israele e combattuto per la libertà del popolo ebraico nella sua terra. Shamir ha guidato lo Stato di Israele con profonda lealtà al popolo ebraico.”

Anche il presidente Shimon Peres è intervenuto, sulla sua pagina facebook, per onorare la memoria di Shamir:  “E’ stato un combattente coraggioso prima e dopo la nascita di Israele. Ha combattuto contro il mandato britannico nei giorni della clandestinità, e il suo incredibile contributo allo Stato negli anni trascorsi nel Mossad rimarrà fra le storie di coraggio della nostra nazione. E’ stato sempre fedele alle sue idee, un grande patriota e amante di Israele, servì il suo paese con integrità e infinito impegno.”

Shamir oggi viene ricordato da un lato per l’idea del Grande Israele che lo ha sempre accompagnato, per la sua diffidenza verso l’effettiva volontà conciliatoria dell’interlocutore arabo; per aver tenuto fuori Israele dalla Prima guerra del Golfo nel 1993. “In un momento in cui tutti volevano attaccare, Shamir dimostrò grande moderazione” ha detto Dan Meridor, vice-presidente del Consiglio in carica.

Il ponte-aereo che nel maggio del 1991 permise il salvataggio di 15.000 ebrei eritrei dalla guerra civile in corso, è un’altra delle azioni il cui merito è di Shamir.

Un uomo semplice, determinato e a suo modo discreto. Così viene ricordato oggi Shamir dagli amici come anche dai nemici.

Ytzhak Shamir  era nato a Rozana in Polonia nel 1915; dopo gli studi, nel 1935, emigrò nella Palestina mandataria nel 1935. Gran parte della sua famiglia, morì nella Shoah – una tragedia che, dicono chi lo ha conosciuto da vicino, influenzò molto le sue scelte di vita oltre che le idee politiche.

Prima della nascita dello Stato di Israele, Shamir militò nello Zvai Leumi Irgun e poi nella Banda Stern. nel 1948 fu tra coloro che approvarono l’uccisione del rappresentante dell’Onu Folke Bernanrdotte. Negli anni ’50 entrò a far parte dei servizi segreti israeliani contribuendo alla cattura e uccisione di alcuni ex-nazisti che lavoravano al piano missilistico egiziano.

In politica entrò negli anni ’60, come militante dell’Herut, guidato da Menahem Begin; successivamente, sul finire degli anni ’70 fu tra i fondatori del partito del Likud.  Divenne primo ministro nel 1984, subito dopo le dimissione di Begin a causa delle vicende della guerra del Libano, scoppiata nel 1982.

Scettico riguardo alla disponibilità araba di voler raggiungere un accordo di pace, Shamir ebbe rapporti non sempre facili con l’alleato americano. Fu solo per le pressioni dell’allora presidente USA George W. Bush infatti che nell’ottobre del 1991 prese parte alla conferenza di Madrid, ma senza alcuna convinzione di poter arrivare ad una pace con gli arabi. Si presentò a Madrid fermo sulle proprie posizioni intransigenti, lasciando proseguire l’insediamento di nuove colonie in Cisgiordania.