Attacco alla Sinagoga di Rouen. Comunità ebraica sotto choc. Abbattuto dalla polizia l’attentatore

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di Redazione
Questa mattina, venerdì 17 maggio, un individuo avrebbe appiccato un incendio davanti alla sinagoga di Rouen. L’uomo, che secondo alcune fonti era armato di un coltello e una sbarra di ferro, si è avvicinato alla polizia cercando di accoltellare uno dei poliziotti che ha aperto il fuoco. L’attentatore è deceduto sul colpo. Due le inchieste aperte: una per incendio volontario su un luogo di culto e per violenza contro pubblici ufficiali. Una seconda è stata aperta sulle circostanze del decesso. Sotto choc la Comunità ebraica e i cittadini. In Francia, nel primo trimestre del 2024, sono stati registrati 366 atti di antisemitismo, un aumento del 300 per cento rispetto allo scorso anno.

«Gli hanno sparato, ma non posso dirvi altro – ha dichiarato a botta calda Natacha Ben Haïm, presidente della Comunità ebraica di Rouen ai cronisti. L’attentatore è «salito su un cassonetto e da lì è arrivato al primo piano, dove avrebbe lanciato un oggetto incendiario nella sinagoga, una specie di bottiglia molotov». La presidente ha quindi aggiunto: «Per il momento preferisco che le indagini continuino. Comunque era minaccioso, e anche molto. E poi le scale, i mobili, i muri, tutto era nero. Una catastrofe! Sono davvero delusa, è catastrofico, i servizi di polizia sono stati meravigliosi, davvero, ma per il momento non possiamo dirvi di più, c’è un’indagine in corso».

Gli interni della sinagoga

Non si è lasciato attendere anche il commento su X del ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin: «Questa mattina presto, gli agenti di polizia di Rouen hanno neutralizzato un individuo armato che era chiaramente intenzionato a dare fuoco alla sinagoga della città. Mi congratulo con loro per la prontezza e il coraggio dimostrati», ha aggiunto.

L’uomo pare non avesse con sé nessun documento di identità. Sono attualmente in corso controlli, attraverso le impronte digitali, per identificarlo. Secondo alcune fonti, l’attentatore era soggetto a un mandato di espulsione dal territorio nazionale francese. Si precisa inoltre che il cosiddetto obbligo di lasciare il territorio (OQTF) non era immediatamente eseguibile poiché l’assalitore aveva presentato ricorso presso le competenti giurisdizioni amministrative.

A sua volta Nicolas Mayer-Rossignol, sindaco di Rouen, ha affermato spiegato che «non ci sono state vittime oltre alla persona armata. Con questo attacco e questo tentativo di incendio alla sinagoga di Rouen, non è solo la comunità ebraica a essere colpita, bensì l’intera città di Rouen è ferita e sotto shock, ha commentato il primo cittadino.

Fortunatamente i rotoli della Tora – la cosa più importante che c’era nella sinagoga – sono salvi, come ha dichiarato ai media il rabbino Chmouel Lubecki. Il rabbino ha quindi spiegato come la piccola comunità di Rouen, tra le 150 e le 200 persone, sia fortemente scossa dall’accaduto.

Le testimonianze

L’attacco alla sinagoga di Rouen ha sorpreso di prima mattina i residenti e i dipendenti che lavorano nel quartiere di Place du Vieux Marché. L’individuo armato, responsabile dell’attacco, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco davanti alla casa di Isabelle, una residente locale. Una cronaca di france3-regions.francetvinfo.fr/normandie riporta la sua reazione e quella di alcuni residenti. La donna si è svegliata di colpo sentendo dei rumori: «Ero ancora nel mio letto – ha spiegato la donna – ho sentito dei forti colpi, pensavo fosse qualcuno ubriaco che barcollava e sbatteva contro le persiane».

Ma il figlio 14enne le ha detto che si trattava di spari, «mamma, stai attenta», l’ha intimata.  «La mia prima reazione – ha affermato quindi Isabelle è stata quella di proteggermi. Ben presto la polizia è arrivata in moto, c’era qualcuno steso a terra. È arrivata l’ambulanza e ha cercato di rianimarlo. Ho saputo molto più tardi, intorno alle 8.30, mentre guardavo la televisione, che aveva tentato di bruciare la sinagoga».

Mélanie lavora nel quartiere. Non ha potuto recarsi al lavoro questa mattina a causa della zona interdetta ai fini delle indagini. «Non so se potremo lavorare oggi. Stamattina ci siamo alzati con le transenne della polizia, quindi non sappiamo altro. A Rouen succedono tante cose, sta diventando un’abitudine, non ci sorprende più».

Elisabeth, in pensione, fa la spesa nel quartiere. «Provo un senso di insicurezza perché prende il sopravvento ovunque. Quando usciamo ci chiediamo cosa potrebbe succedere».

Anche Eric, in pensione, ha raccontato che a mezzogiorno la zona era ancora chiusa alla circolazione delle auto e dei residenti: «Sono rimasto sbalordito, non ho sentito assolutamente nulla. Attaccare una sinagoga sta diventando una consuetudine. Il Governo dovrebbe reagire, siamo sempre insicuri».