Amichevole Ungheria-Israele: cori antisemiti durante l’inno nazionale israeliano

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Una partita di calcio amichevole, una delle tante che si giocano per “riscaldarsi” e prepararsi agli incontri importanti, quelli per le qualificazioni ai mondiali del 2014.  E’ il 15 agosto, lo stadio è quello di Budapest e le squadre in campo sono le due nazionali di Ungheria e Israele.
Come per ogni incontro che vede in campo due nazionali, prima dell’inizio del gioco, vengono eseguiti gli inni nazionali e così è stato anche questa volta. Ma alle prime note di Hatikwa, l’inno israeliano, un folto gruppo di tifosi ungheresi ha cominciato a fischiare, ha voltato le spalle al campo e alzato bandiere iraniane e palestinesi.
Per il resto della partita le cose non sono andate meglio: le azioni della squadra israeliana sono state continuamente accompagnate da fischi e slogan antisemiti. Ripetutamente si è inneggiato a Benito Mussolini (“Heil Benito Mussolini), ripetutamente si è gridato “Palestina, Palestina”, e ancora “Buchenwald” , “ebrei puzzolenti”.
“Non si è trattato di un gruppo di esaltati, ma dell’intero pubblico dello stadio” ha precisato uno degli spettatori dell’incontro.
Le autorità ungheresi, per parte loro, non si sono scusati per il comportamento della tifoseria di casa.
L’antisemitismo in Ungheria è da tempo in costante crescita, grazie anche all’affermazione del partito nazionalista Jobbik, che non nasconde le sue simpatie per l’Iran e che periodicamente rilascia dichiarazioni negazioniste.
Nelle ultime settimane, la situazione è diventata ancora più tesa per via del ritiro da parte della Knesset dell’invito al portavoce del Parlamento ungherese, László Kövér, alle celebrazioni per Raul Wallemberg  il diplomatico svedese che durante la Seconda Guerra Mondiale salvò la vita a  quasi 100.000 ebrei ungheresi. La decisione è stata presa da Reuven Rivlin, portavoce della Knesset, dopo aver saputo della partecipazione di Kövér ad una manifestazione antisemita in memoria dei caduti della Guerra.

In Ungheria l’atmosfera è stata tesa sin dall’arrivo della nazionale israeliana per via delle recenti minacce contro gli israeliani che si recano all’estero, ha riferito l’allenatore della Nazionale, Eli Guttman. C’erano stati “avvertimenti circa possibili attacchi terroristici” e dopo la partita, all’uscita dallo stadio, la squadra è stata scortata dalla polizia.

Il presidente dell’Associazione Calcio israeliana, Avi Luzon, ha dichiarato che nonostante le minacce, la Nazionale continuerà a giocare partite all’estero. “Non abbiamo nessun altro paese, e siamo orgogliosi di rappresentare Israele in tutto il mondo – in particolare in questo paese, in cui molti ebrei sono stati uccisi.”

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