“America svegliati! Non finisce mai con gli ebrei”: manifesto in Times Square contro il movimento Free Palestine

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di Pietro Baragiola
Lo spot apparirà più volte all’ora per i prossimi 30 giorni e sarà visibile su uno dei cartelloni pubblicitari più centrali di Times Square con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo che il movimento “Free Palestine” rappresenta per l’America intera.

 

Lunedì 16 giugno la Coalizione per i Valori Ebraici (CJV), organizzazione che rappresenta oltre 2.500 rabbini ortodossi nella politica pubblica americana, ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria nel cuore di Times Square a New York City condannando il movimento “Free Palestine” per aver alimentato l’ondata di antisemitismo che ha travolto gli Stati Uniti dal 7 ottobre 2023.

Lo spot digitale di 10 secondi recita la seguente frase:
Free Palestine = Sostegno a Hamas = Appello al genocidio degli ebrei. America, svegliati. Non finisce mai con gli ebrei!

Secondo quanto dichiarato dalla CJV, questo spot apparirà più volte all’ora per i prossimi 30 giorni e sarà visibile su uno dei cartelloni pubblicitari più centrali di Times Square con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo che il movimento “Free Palestine” rappresenta per l’America intera.

 

“Free Palestine” e l’antisemitismo negli Stati Uniti

A partire dal 7 ottobre 2023 gli Stati Uniti hanno registrato un aumento di oltre il 200% sugli episodi di antisemitismo registrando più di 10.000 incidenti secondo i dati presentati a gennaio dalla Commissione per l’Immigrazione, l’assimilazione e la diaspora del parlamento israeliano.

Solo negli ultimi due mesi sono avvenuti diversi incidenti degni di nota: un terrorista ha lanciato una molotov contro la residenza ufficiale del governatore ebreo della Pennsylvania Josh Shapiro; un altro ha assassinato due impiegati dell’ambasciata israeliana all’uscita di un museo ebraico a Washington DC; un terzo terrorista ha usato un lanciafiamme improvvisato contro gli ebrei di Boulder, in Colorado, intenti a manifestare per gli ostaggi israeliani prigionieri a Gaza. In tutti e tre i casi gli autori hanno gridato “Free Palestine” mentre attaccavano gli ebrei americani.

Martedì 17 giugno, durante una veglia al Congresso per i due ambasciatori uccisi, il presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Mike Johnson ha affermato che “Free Palestine è diventato un movimento violento che collabora con Hamas’, aggiungendo che in molti hanno ‘strumentalizzato le argomentazioni del Primo Emendamento per proteggere il genocidio”.

Questo discorso è stato ripreso dal vicepresidente esecutivo della CJV, il rabbino Yaakov Menken in un comunicato stampa rilasciato in questi giorni: “troppe organizzazioni ebraiche hanno paura di dire ciò che il presidente Johnson trova ovvio e cioè che il grido ‘Free Palestine’ è l’appello di terroristi interni. Israele è l’unico Paese veramente libero in Medio Oriente. L’unica cosa da cui non è libero sono gli ebrei ed è proprio questo che Free Palestine mira a correggere sul modello della soluzione finale di Hitler.”

Nel suo discorso, Menken ha sottolineato che questo movimento non ha alcun interesse a costruire una nazione quanto ‘a distruggerne una’: “non vogliono elevare gli arabi palestinesi ma sradicare gli ebrei. Questo è un classico esempio di antisemitismo e la storia dimostra che non c’è pericolo più grande per la continuità di una civiltà.”

Il rabbino ha citato anche le proteste nei campus universitari, spiegando che è l’America stessa ad essere in pericolo quando i suoi studenti cantano “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”.

“Chiediamo a tutti gli americani di unirsi a noi per dire chiaramente chi e cosa rappresenta il sanguinario movimento ‘Free Palestine’ e la necessità di sradicarlo” ha concluso Menken.