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A New York le opere rubate dai nazisti dovranno esporre il cartellino: le risposte dei musei

Mondo

di Michael Soncin
Un nuovo disegno di legge dello stato di New York impone che le opere d’arte rubate in Europa durante la II Guerra Mondiale riportino un cartellino, segnalando apertamente che si tratta di beni depredati agli ebrei dai nazisti. Il pacchetto legislativo, firmato all’inizio del mese di agosto dalla governatrice di New York, Kathy Hochul, mira a onorare i sopravvissuti alla Shoah.

Il Jerusalem Post menziona, secondo quanto contenuto nella serie di leggi, che i tedeschi abbiano depredato più di 600.000 beni, di cui circa 100.000, risulterebbero oggi dispersi.

Le opere interessate, per ovvie ragioni, sono quelle precedenti al 1945, amaramente conosciute per essere state ingiustamente sottratte ai legittimi proprietari, nel bel mezzo delle leggi antiebraiche. Basti pensare che solamente la zona dei musei dell’Empire State è sede di quasi 40.000 sopravvissuti all’Olocausto.

Parlando di messa in pratica della nuova norma, i curatori del MoMA sono all’opera, nel setacciare tra gli 800 dipinti chiamati in causa, per stabilire quelli che potrebbero essere stati rubati agli ebrei durante l’Olocausto.

Le dichiarazioni dei musei

 Queste norme molto probabilmente nascono perché i musei negli anni precedenti hanno sempre posto resistenza alla restituzione, una storia lunga decenni, fatta di numerosi dibattiti su chi detenesse la legittima proprietà delle opere d’arte.

Un portavoce del MoMA ha riferito al quotidiano israeliano, che al momento, ad una prima analisi, non sono a conoscenza di opere richiedenti tale intervento, ma che stanno riesaminando attentamente i documenti di legge per adempiere nel pieno a quanto enunciato. Alcune delle azioni della messa in pratica, una volta venuti a conoscenza di eventuali opere depredate tra le loro collezioni, comprendono anche la disponibilità di tenere gli archivi consultabili ai ricercatori, oltre ad un costante lavoro di monitoraggio sulla provenienza di tutte le opere presenti nel museo.

“ll Guggenheim, il Metropolitan Museum of Art, il Whitney Museum of American Art e il Brooklyn Museum non hanno spiegato come intendono conformarsi alla nuova legge e non hanno risposto alla richiesta di commento fatta dal Jerusalem Post”, si legge sul quotidiano israeliano. Nonostante diversi di questi musei abbiano restituito alcuni dei beni trafugati, si sono battuti al tempo stesso per trattenerli.

La battaglia del Museum of Jewish Heritage

Sulle nuove normative sono arrivati i plausi del Museum of Jewish Heritage. L’istituzione con sede nel centro di Manhattan è famosa per organizzare cerimonie concernenti la restituzione delle opere rubate dai nazisti. Secondo quanto dichiarato da una fonte interna, il museo ha sempre riconosciuto la provenienza di tutti i manufatti entrati a far parte della collezione.

“Sono oltre 600.000 le opere rubate agli ebrei durante la II Guerra Mondiale, che hanno arricchito il regime nazista, eliminando la cultura ebraica. Per anni, molti di questi lavori sono stati esposti nelle istituzioni, senza alcun riconoscimento della loro provenienza. Questa legislazione rimedia e consente alle istituzioni di New York di onorare le vite di coloro che sono state perse e i cui beni personali sono stati rubati a scopo di lucro. Se pensiamo ad un mondo senza odio e discriminazione, abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per illuminare e educare in modo che gli errori del passato non si ripetano. Lo dobbiamo alla memoria dei sei milioni di ebrei che furono uccisi durante l’Olocausto”. A dirlo è stato Jack Kliger, presidente e CEO del museo.

Tra gli obiettivi del pacchetto di leggi vi è anche l’impegno ad una migliore istruzione sulla Shoah nelle scuole.

“Come newyorkesi, siamo uniti nel nostro solenne impegno per i sopravvissuti alla Shoah, non lo dimenticheremo mai. Sono persone che hanno sopportato tragedie indicibili, ma nonostante tutto hanno perseverato nel costruire vite piene di significato proprio qui a New York. Lo dobbiamo a loro, alle loro famiglie, ai sei milioni di vittime. Un gesto per onorare i loro ricordi e garantire che le future generazioni comprendano gli orrori di quell’epoca, ha affermato la governatrice Hochul.