A Berlino apre una mostra sugli ebrei nella DDR

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di Marina Gersony
Il Jüdisches Museum Berlin
, il Museo Ebraico di Berlino, ha inaugurato una mostra temporanea intitolata Ein anderes Land (Un altro paese)) che offre una prospettiva inedita sulle esperienze degli ebrei nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Questa mostra rappresenta un notevole traguardo nella storia e nella cultura, poiché conduce il visitatore in un affascinante viaggio di ricerca documentaria attraverso un capitolo poco esplorato della storia ebraico-tedesca. Questa esperienza unica fonde abilmente le arti visive, il cinema, la letteratura e varie biografie, offrendo inedite esposizioni che catturano l’essenza di questa narrazione.

Dall’8 settembre al 14 gennaio, la mostra racconterà l’esperienza ebraica nella regione tedesca attraverso oggetti personali di testimoni contemporanei e dei loro discendenti. Questi oggetti narrano le loro storie, permettendo così di comprendere le molteplici prospettive individuali degli ebrei in DDR.

L’interno della mostra

La realizzazione dell’evento è stata preceduta da un appello affinché il Museo Ebraico ricevesse oggetti personali e memorie legate alla DDR, fondata nel 1949. Il team di curatori, noto per la sua precedente grande mostra permanente sul dopoguerra, ha scoperto che c’erano lacune nella narrazione storica ebraica. Dopo la Seconda guerra mondiale, nella zona di occupazione sovietica vivevano circa 3.500 ebrei. Alcuni di loro vedevano la Germania solo come una tappa verso la Palestina o gli Stati Uniti, mentre molti altri sceglievano consapevolmente di tornare in Germania con l’obiettivo di contribuire alla creazione di una nuova società.

Tamar Lewinsky, una delle curatrici, ha sottolineato che questa mostra adotta un approccio estremamente soggettivo, mettendo in primo piano le voci dei protagonisti. L’obiettivo è creare una prospettiva multipla e mostrare come le diverse generazioni abbiano interpretato gli eventi nella DDR.

La domanda fondamentale che attraversa l’iniziativa è: cosa significava essere ebreo ai tempi della DDR? Quali motivazioni spingevano gli ebrei a tornare? Come si sviluppava il loro rapporto con l’ordine statale?

Hetty Berg, la direttrice del museo, ha sottolineato che le storie raccontate in questa mostra offrono molteplici prospettive sulla vita degli ebrei in DDR. Alcuni erano fuggiti dalla Germania nazista e tornavano nella zona sovietica dopo la guerra, mentre altri avevano sopravvissuto ai campi di concentramento o all’era nazista nascondendosi. Molti di loro avevano sperato di costruire uno Stato libero e antifascista con la DDR dopo lo shock della guerra. Nella DDR, le attività religiose erano generalmente indesiderate e viste con sospetto, e la sicurezza dell’ebraismo aveva luogo altrove sotto il socialismo.

La mostra esplora anche eventi storici e politici come l’agitazione anti-israeliana durante la Guerra dei Sei Giorni nel 1967 e l’espatrio del cantautore Wolf Biermann nel 1976, eventi che hanno richiesto reazioni da parte degli ebrei.

Un servizio online offre dodici brevi interviste che mostrano le diverse prospettive ebraiche sulla vita e sul sistema politico nella DDR. In conclusione, questa mostra unica e affascinante offre un’opportunità unica e straordinaria per esplorare la complessità dell’esperienza ebraica nella DDR e le molteplici sfaccettature di questa storia poco conosciuta.

 

INFO

Jüdisches Museum Berlin – Ein anderes Land – dall’8 settembre al 14 gennaio 2024
Sito per informazioni: https://www.jmberlin.de/hintergrundartikel-geschichte-juedisch-in-der-ddr-annette-leo