Il no dei sindaci di Bologna e Palermo al convegno sull’antisemitismo. Esultano i pro-pal

di Paolo Castellano

Il 16 marzo, il sindaco di Bologna Virginio Merola e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando hanno rifiutato di presenziare a un summit internazionale dedicato all’antisemitismo. I due rappresentanti non hanno fornito ulteriori dettagli sulla mancata partecipazione.

Tuttavia, nei loro comunicati le associazioni pro-pal italiane esultano, sostenendo che i due rappresentanti abbiano voluto difendere i diritti dei palestinesi minacciati dall’adozione della definizione IHRA per la lotta all’antisemitismo, che lo equipara all’antisionismo. Sdegno da parte del presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) Noemi Di Segni: «Stupisce che un evento dedicato alla lotta all’antisemitismo possa diventare terreno di scontro geopolitico».

Al centro delle polemiche c’è dunque un evento intitolato Mayors Summit Against Anti-semitism organizzato il 16 marzo dal comune di Francoforte e promosso dall’associazione Combat Anti-semitism Movement. Alla conferenza svoltasi da remoto per le restrizioni Covid hanno partecipato più di 30 sindaci di 21 paesi stranieri.

Secondo i filopalestinesi, i due italiani così facendo hanno strizzato l’occhio alle associazioni pro-pal, che respingono il contenuto della dichiarazione dell’International Holocaust Remembrance Alliance (Antisemitismo è anche la demonizzazione e la delegittimazione di Israele). Nonostante il messaggio derivante dal comportamento dei sindaci di Bologna e Palermo, l’IHRA non ha l’obiettivo di imbavagliare il diritto-dovere alla critica di un governo, ma di tutelare la minoranza ebraica dal doppio standard frutto di strumentalizzazioni politiche.

Come riporta l’ANSA, il sindaco siciliano Orlando avrebbe ceduto alle pressioni delle associazioni pro-pal che negli scorsi giorni avevano lanciato appelli contro l’evento del comune di Francoforte sull’antisemitismo, dichiarando che il summit avrebbe legittimato “le azioni repressive dello Stato d’Israele”.

«Non parteciperò domani al Mayors Summit Against Anti-semitism, ho grande ripulsa per ogni forma di antisemitismo, come ho grande rispetto per il popolo israeliano e grande rispetto per i principi e i diritti della legalità internazionale», ha scritto in forma pilatesca il sindaco di Palermo sul suo account Twitter.

Immediata la risposta di Noemi Di Segni, presidente UCEI, che ha denunciato la strumentalizzazione politica dell’evento internazionale sull’antisemitismo, che non riguardava i temi geopolitici mediorientali: «Apprendiamo con dispiacere e inquietudine, a poche ore dall’evento, che i sindaci di Palermo e Bologna, Leoluca Orlando e Virginio Merola, a seguito delle pressioni esercitate da associazioni filo palestinesi, non prenderanno parte al Mayors Summit Against Anti-semitism, organizzato dall’associazione CAM in collaborazione con la città di Francoforte, che vede la partecipazione di oltre 31 sindaci in rappresentanza di 21 Paesi.

Stupisce che un evento dedicato alla lotta all’antisemitismo possa diventare terreno di scontro geopolitico; stupisce ancora di più che i nostri sindaci, per il rango istituzionale che il loro ruolo rispecchia, possano ritirare, a seguito di pressioni, la propria partecipazione, pur alla luce di un programma che nulla ha a che fare con le tematiche e le dinamiche mediorientali.

Quanto è avvenuto denota e rafforza la convinzione dell’urgenza con la quale è necessario affrontare il tema dell’antisemitismo e sgombrare il terreno da ogni equivoco e pericolosa strumentalizzazione, augurandoci che i nostri rappresentanti si sentano liberi infine di partecipare per rappresentare ai colleghi delle altre grandi città le proprie posizioni e quanto di positivo viene fatto nelle nostre città e nel nostro Paese».

Come ha sottolineato David Meghnagi, nel 2017 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita gli Stati dell’Unione ad adottare e applicare la definizione operativa dell’IHRA nella sua totalità, ribadendo una presa di coscienza sulla condizione ebraica moderna e sul collegamento tra odio anti-ebraico e antisionismo.

Il 17 gennaio 2020 anche l’Italia ha accolto e impiegato parzialmente la definizione IHRA, contrariamente alle indicazioni europee.