di Maia Principe
La sagoma di un soldato nazista, con l’uniforme verde militare e stivali neri, ma con una Stella di David al posto della svastica sul braccio: è questa l’immagine antisemita apparsa la mattina di mercoledì 2 luglio nella teca di una pensilina dell’azienda di trasposti romana ATAC a Trastevere – zona del vecchio ghetto ebraico, abitata da molti ebrei fino alla seconda guerra mondiale -, che ha chiesto al concessionario di “provvedere rapidamente alla rimozione di un manifesto antisemita abusivo”, si legge nella nota dell’azienda.
“L’intervento è in corso. Il grave atto vandalico, che ATAC stigmatizza con fermezza, sarà oggetto di denuncia a cura del concessionario che gestisce l’infrastruttura e lo spazio”, conclude l’Atac.
Resta ora da capire come sia stato possibile che degli estranei abbiano potuto mettere un manifesto abusivo su un’installazione di pubblicità esterna di un’azienda pubblica senza telecamere o alcun tipo di sorveglianza. E, soprattutto, ci si interroga su chi abbia compiuto quest’atto e se esso faccia parte di una strategia più ampia a livello europeo.
Purtroppo questo è solo l’ennesimo episodio antisemita avvenuto in Italia nell’ultimo anno e mezzo, dopo il 7 ottobre e l’inizio della guerra a Gaza, che ha visto un’esplosione di atti antiebraici in tutta Europa e nel mondo. Nella Capitale, l’8 giugno di quest’anno sono apparse scritte antisemite – ‘Sieg Heil” e ”Juden Raus” – e una svastica sul portone di ingresso del tempio Beth Shmuel di via Garfagnana, nella zona di piazza Bologna.