Restituito vitalizio dalla Corte dei Conti

Italia

Due anni fa, con una decisione che
aveva suscitato polemiche, le aveva tolto il vitalizio previsto
per le vittime delle persecuzioni razziali; ora la Corte dei
conti (sentenza numero 122 pubblicata il 7 marzo) ha
fatto marcia indietro, riconoscendo il beneficio a Lili Ascoli
Magrini, l’ebrea centenaria di Ferrara il cui marito era stato
internato in un campo di concentramento, il figlio espulso da
scuola durante il periodo fascista, mentre la mamma era morta in
un campo di sterminio.

L’internamento del marito Renzo Bonfiglioli nel campo di
concentramento di Urbisaglia dal 1940 al 1941, la morte della
mamma in un lager nel 1944 e l’espulsione del figlio Gerio dalla
scuola pubblica “non possono costituire direttamente atti di
violenza” nei confronti della donna aveva allora argomentato la
Corte, togliendole “l’assegno di benemerenza”. A determinare
il dietro-front dei giorni scorsi, alcuni documenti, presentati
già allora dalla donna ma che non erano stati valutati: atti
che comprovavano- come sottolinea la prima sezione d’appello
dell’organo di giustizia contabile (consigliere relatore Rita
Loreto)- l’internamento cui la stessa Ascoli Magrini fu
sottoposta , dal marzo del 1944 all’aprile 1945, in un campo
svizzero.