Pesach, libertà!

Italia

di Ester Moscati

Sarà Catherine Chalier, filosofa francese e traduttrice, specializzata nel lavoro di Emmanuel Lévinas, ad inaugurare la seconda edizione di Jewish and the City, domenica 14 settembre a Milano. Chalier, che ha pubblicato diverse opere che esplorano i legami tra filosofia e tradizione ebraica, tra le quali Le matriarche, Angeli e uomini, Le lettere della creazione, ed è particolarmente attenta al concetto di “narrazione”, introdurrà il racconto ebraico per eccellenza, l’Haggadà. Il tema di questa edizione è infatti Pesach, ed è proprio a partire dal racconto dell’uscita dall’Egitto, che la filosofa francese spiegherà l’importanza della trasmissione e della narrazione. Legame tra generazioni, esempio e insegnamento morale, segno identitario ledor vador, Pesach diventa a Jewish and the City una grande occasione. Raccontare chi siamo, i nostri valori, la nostra storia e mostrare come, dalla narrazione dello specifico ebraico, sia possibile enucleare i temi universali della libertà e della rinascita.

La prima giornata del Festival sarà imperniata sulla libertà in tutte le sue accezioni. Per discuterne, sarà organizzata una maratona di parole e pensieri, grazie a dieci oratori, che avranno ciascuno a disposizione 18 minuti per esprimersi. Non a caso è stato stabilito questo tempo: è il limite massimo che si concede al fornaio per preparare le matzòt, i pani azzimi per Pesach, che devono essere cotte prima che inizino a lievitare.

A partire dalla parola Libertà, ciascuno potrà dunque raccontarne il significato per lui più interessante: libertà di parola e pensiero, libertà dal bisogno, dai condizionamenti sociali, dalla schiavitù materiale.

Ma domenica 14 settembre è anche la Giornata Europea della Cultura ebraica, quest’anno dedicata al tema “Donna ed ebraismo”. Si è pensato così di costruire un evento tutto incentrato sul femminile. Il modo? Multimediale. Saranno invitate tre donne, una ebrea, una musulmana e una cristiana, a parlare di “fede e femminile” dopo la visione di un video che tutte le donne ebree (milanesi, italiane ma anche israeliane e di tutto il mondo), sono invitate ad autoprodurre, a partire dal titolo “Condotte e Condottiere; libere di essere donne”.

Gli organizzatori lanciano la sfida: due domande per le donne di cultura ebraica che vorranno essere protagoniste del video: – Qual è per te la parola che meglio rappresenta che cosa significa essere donna oggi, nel rispetto di ciò che la tua famiglia, la tua religione o la tua cultura ti hanno insegnato? – Perché hai scelto questa parola?

(La video-ripresa dovrà essere in formato orizzontale e avere una durata massima di 5 minuti. I video dovranno essere inviati a info@jewishandthecity.it. Info: 02 58112940)

Il video dovrà essere rappresentativo delle donne di cultura ebraica nel mondo; perciò chiediamo a tutte le nostre lettrici di videoregistrarsi e rispondere alle domande. E di estendere l’invito ad amiche e parenti che vivono in Israele, in tutta Europa, in America… Tutta la giornata, come poi le altre del Festival Jewish and the City saranno accompagnate da musica e performance artistiche, che renderanno l’evento speciale, come e più della prima edizione. (E. M.)