Il presidio 'Milano non odia' davanti al Memoriale della Shoah di Milano l'11 novembre 2019

Milano non odia: migliaia di cittadini sotto la pioggia battente davanti al Memoriale della Shoah per “abbracciare” Liliana Segre

Italia

di Ilaria Myr
Migliaia di persone – 5 mila secondo il PD milanese, come riferisce il Corriere della Sera – di tutte le età e provenienze si sono ritrovate lunedì 11 novembre davanti al Memoriale della Shoah di Milano per partecipare al presidio «Milano non odia: insieme per Liliana» organizzato dalle associazioni Bella Ciao, Milano!, Anpi e Aned e cui hanno aderito numerose associazioni antifasciste e partiti politici, tra cui Associazione Famiglie Arcobaleno, Comitato Insieme senza Muri, Federazione nazionale dei circoli Giustizia e Libertà, Festival dei Diritti Umani, Gariwo – La foresta dei Giusti e molti altri.

Oltre 200 i messaggi di pace e solidarietà pronunciati davanti al Memoriale, quel Binario 21 da dove la stessa Liliana Segre partì a soli 13 anni verso Auschwitz, alla quale dal 7 novembre è stata data una scorta dei carabinieri.

(Sulla pagina Facebook di Mosaico qualche video della diretta Facebook).

Schoenheit (CEM): “L’Italia non ha fatto i conti con la sua Storia”

“Un sondaggio presentato questa mattina alla Rai ad Agorà, da cui emerge che il 73% degli intervistati riconosce che in Italia c’è la presenza di nuove forme di antisemitismo. Così una signora di 88 anni, che 75 anni fa venne mandata a morire da questa stazione oggi sempre perché ebrea deve andare in giro con la scorta”. Così Gadi Schoenheit, assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano ha parlato ai presenti. “Inutile venirci a dire che sono fenomeni isolati. Saremmo i primi come comunità ebraica a non gridare al lupo al lupo se il lupo non ci fosse davvero.  È un lupo che si presenta sotto diversi aspetti: dagli insulti alle minacce sui social fino alle dichiarazioni pubbliche. Come non andare a quel simpatico sindaco di Predappio che non finanzia il viaggio di due ragazzi perché è “di parte”. Il nostro Paese non ha fatto i conti con la storia o meglio la storia non l’ha proprio studiata. E poi tanta indifferenza. Yad Vashem e Gariwo la foresta dei Giusti di Milano hanno lanciato  la riconoscenza verso i Giusti di tutto il mondo, che hanno rischiato o dato la vita per salvarne un’altra. Ebbene, lo stesso concetto del Giusto chiarisce un quadro drammatico: perché  erano in pochi a rischiare la vita per  salvarne un’altra? Se tutti al mondo fossimo Giusti non ci sarebbe bisogno di fare una differenza”.

“Siamo qui questa sera non solo in gesto di affetto, amicizia e solidarietà nei confronti di una persona che ci è molto cara – ha continuato -, ma per ribadire che siamo e saremo sempre in prima fila per combattere ogni forma di antisemitismo e razzismo da qualsiasi parte si manifesti con la formazione, l’informazione e l’educazione nelle scuole, perchè da lì bisogna partire. E da lì è già partito questo Memoriale della Shoah dove già decine di migliaia di ragazzi si sono recati in visita. Grazie a tutti per essere qui stasera e grazie a Liliana Segre per il suo straordinario impegno”.

«Milano non odia: insieme per Liliana»

L’iniziativa è stata lanciata dopo l’assegnazione della scorta a Liliana Segre. «Abbiamo scelto l’immagine del giglio perché il nome di Liliana deriva da “lilium”, giglio – si legge nell’appello sottoscritto dalle associazioni -. Nel linguaggio dei fiori il giglio bianco è simbolo di purezza, innocenza e candore, ma anche di fierezza e orgoglio. Noi donne e uomini del nostro tempo abbiamo ricevuto in dono un giglio: quel giglio è Liliana Segre. Oggi però siamo arrivati al punto che questa donna è costretta a vivere sotto scorta. Dopo aver vissuto sulla propria pelle l’odio nazifascista, deve rinunciare a un pezzo della propria libertà per via delle centinaia di insulti e minacce che riceve ogni giorno. Un’altra pagina triste della nostra Storia. Noi diciamo NO a tutto questo e ci stringiamo a lei, il nostro giglio bianco, per proteggerla e per preservare la sua testimonianza».