I “No Green Pass” mistificano la storia e si paragonano alle vittime della Shoah: la protesta della Comunità ebraica

Italia

di Redazione

Una vergognosa messa in scena quella che si è vista a Novara, dove per il quindicesimo sabato di fila un gruppo di “No Green pass” ha manifestato ottenendo massima visibilità sfilando con pettorine a righe bianche e grigie tenendo in mano una corda a simboleggiare il filo spinato, paragonando quella che reputano una violazione della loro libertà personale al dramma dei campi di sterminio nazisti.
“La Comunità ebraica di Milano si unisce alla condanna e allo sdegno per questo reiterato uso distorto della Shoah. Dopo l’uso delle stelle gialle e gli insulti a Liliana Segre, abbiamo assistito all’ennesima ingiuriosa provocazione, in spregio alla storia e alla Memoria”, ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica Milo Hasbani.

La Presidente UCEI Noemi Di Segni, su La Stampa, scrive: “Questa volta non lasciateci soli. La difesa di una Memoria consapevole, cardine di ogni società progredita in marcia verso il futuro, non è né potrà mai essere una questione dei soli ebrei.  Serve una reazione forte sul piano sia normativo che educativo dei giovani e giovanissimi affinché si comprenda la distorsione compiuta nel richiamo della Shoah da parte di questi e altri manifestanti”.

Le infiltrazioni neofasciste e neonaziste che stanno caratterizzando sempre più spesso le manifestazioni dei “No Vax” e “No Green pass” fanno però pensare che ci sia altro che ignoranza e stupidità dietro a certi slogan e dietro l’appropriazione di simboli della Shoah, cioè un piano deliberato di Negazionismo e “riduzionismo” dello sterminio nazista.

Sdegno anche da parte di Roberto Cenati, presidente ANPI Provinciale Milano: “quanto successo a Novara è ignobile e costituisce una vergognosa offesa alle vittime della Shoah. Anche a Milano, purtroppo, dal 24 luglio scorso la città è percorsa, ogni sabato,  da cortei no vax nel corso dei quali si accostano le misure anti covid alla Shoah e al regime nazifascista. Nel corteo del 23 ottobre scorso, nel corso del quale è stato tentato un assalto alla Camera del Lavoro di Milano (tentativo già messo in atto sabato 16 ottobre), respinto dalle forze dell’ordine, è addirittura comparso uno striscione con la scritta “Ora e sempre Resistenza”. La Resistenza italiana contro il nazifascismo non ha niente a che fare con chi rifiuta di vaccinarsi. Assistiamo in questi mesi a una pericolosissima deriva caratterizzata dalla completa rimozione della Memoria e dalla assoluta non conoscenza della storia. Lo slogan ripetuto con maggiore frequenza nei cortei,  “libertà”, rivela inoltre una concezione individualistica della libertà, completamente slegata dal bene e dall’interesse comune.  Soltanto la Memoria legata alla conoscenza della storia e la cultura ci possono salvare da questa sempre più inquietante situazione”.

Anche l’On. Emanuele Fiano è intervenuto sulla sua pagina Facebook: “Chiederò aiuto a Liliana Segre. Rivedendo le immagini di Novara è evidente che noi abbiamo parzialmente fallito. Ci sono milioni di italiani, più probabilmente decine di milioni di italiani, che non conoscono la storia. Nei Licei e negli istituti superiori le ore di storia sono troppo poche, nei licei due ore settimanali. Bisogna aumentarle, la storia è maestra di vita, conoscere è il primo passo per capire, e si si capisce non si insultano i morti dei Lager sfruttandoli in maniera vergognosa per la propria propaganda No Pass”.

Ma non è la prima volta che i Novax si appropriano dei simboli della discriminazione e della Shoah per la loro propaganda: è accaduto in innumerevoli manifestazioni, in Italia e all’estero.

 

Ed è accaduto anche prima della pandemia da Covid 19 quando, contro le follie antiscientifiche dei novax, si rese necessario procedere con l’obbligo vaccinale per i bambini. Anche allora si usò la  stella gialla per protestare contro questa misura sanitaria.

Insieme alle deliranti accuse agli ebrei di essere dietro l’epidemia come nuovi “untori”, la strumentalizzazione della Shoah si inquadra in una forma di antisemitismo da monitorare. Come ha contribuito la pandemia a rinfocolare i vecchi pregiudizi? «Senza dubbio ha accentuato nelle persone il sentimento contro gli ebrei – diceva Milena Santerini in una intervista a Mosaico nel pieno della pandemia  – nella forma di senso di impotenza di fronte a forze globali che sono più grandi di noi, oscure e misteriose, territorio tipico del pregiudizio antisemita. Questo è un modello antico come il mondo: l’ebreo cosmopolita, che cospira nell’ambito finanziario, come sostenevano già nei primi anni del’900 i Protocolli dei Savi di Sion. Dall’inizio della crisi sanitaria, la gente disorientata e confusa si è sentita in balia di forze più grandi e ha cercato il nemico; all’inizio gli “untori” erano i cinesi, ma non è mancato anche chi ha indicato gli ebrei».

Sulla vicenda si è espressa anche la Federazione Associazioni Italia Israele:  “Suscita sdegno e orrore vedere dei gruppi di manifestanti no vax utilizzare
i simboli degli abomini commessi dai nazifascisti (che fin troppo spesso hanno partecipato alle loro manifestazioni), per condurre le loro battaglie politiche. – scrive il Presidente Giuseppe Crimaldi – Oggi a Novara dei no vax indossavano pettorine a strisce come quelle divise di stracci indossate dai prigionieri dei lager nazisti, aggrappate a una corda che richiamava il filo spinato. Questa non è una provocazione ma è solo l’ennesimo insulto alla memoria di tutte le vittime dei campi di prigionia e di sterminio a cui assistiamo da mesi nel corso di queste manifestazioni. Esprimiamo la nostra vicinanza alla comunità ebraica italiana e a tutte le associazioni dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime dei campi di sterminio nazifascisti”.